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La cultura è il perseguimento della perfezione totale, attraverso la conoscenza di quanto di meglio si è detto e pensato nel mondo su tutte le questioni che più ci interessano.
Matthew Arnold – Cultura e anarchia
Sono una maniaca del sapere.
Per ogni cosa provo l’irresistibile desiderio di conoscenza e approfondimento, ogni volta ricercando le fonti, ogni volta ricreandomi uno schema che possa allineare e chiarire, per ogni informazione, i legami con le altre.
Ovviamente lo schema non riesce mai a essere esaustivo: ogni nota presenta le sue lacune, la sua mancanza di legami, la necessità di approfondire ancora per ricondurre tutto a un comune denominatore. Impresa impossibile e frustrante.
-->Conseguenza non secondaria di questa mania è il mio amore per le enciclopedie.
Ci sono le tematiche Mémo Larousse e Guinness Encyclopedia, c’è la UTET datata 1954 che se per gli argomenti scientifici non è sicuramente il massimo, per quelli letterari funziona ancora benissimo (e poi sugli scaffali fa una gran bella figura), c’è la UTET piccolina (solo 20 volumi) uscita con La Repubblica , di facile consultazione, infine la Compact del 1990, la mia prima enciclopedia, tutt’ora indispensabile per sedare le furiose litigate su temi scientifico-letterari che nascono in casa, l’ultima volta il diverbio concerneva il significato di scienza: da una parte la tesi etimologica, dall’altra quella dell’uso comune… per la cronaca lo scontro si è risolto con un 1-1 palla al centro.
Poi ci sono l’enciclopedia delle piante e dei fiori, dizionari di termini filosofici, dizionari di abbreviature latine, il dizionario del Medioevo e l’enciclopedia La Storia in una trentina di volumi (anche questa di Repubblica), consultata per l’ultima volta dopo aver visto il film “300” per sapere qualcosina di più riguardo Leonida e le guerre contro i Persiani.
Detto tutto questo è più facile capire il piacere che ho provato quando ho letto la notizia che la Treccani ha messo in rete la Guida al suo archivio storico… le ricerche di studiosi e universitari saranno così molto semplificate e si risparmierà anche un bel po’ di tempo.
Sembra trascorso un secolo da quando mi aggiravo di libreria in libreria per consultare enciclopedie e riviste specialistiche, il lavoro di ricerca veniva fatto quasi più con treni e metropolitane che con carta e penna e quando risalivo sul treno portavo con me centinaia di pagine di fotocopie come bottino delle mie razzie.
Adesso molti archivi sono on-line e si sta facendo molto anche per pubblicare anche le emeroteche conseguendo due risultati a mio parere positivi: la liberalizzazione delle informazioni e la salvaguardia di documenti storici che in questo modo non saranno più maneggiati da mani inespe
rte.
Un bell’esempio di questa progressiva digitalizzazione lo fornisce la biblioteca universitaria di Pisa… altro che fotocopie e microfilm, niente più spedizioni di materiale dall’altro capo del mondo che impiegano settimane per arrivare, niente più suppliche a professori gelosi che non ti passano il materiale. Niente di niente, solo un accesso a internet.
So bene che questo è solo l’inizio ma è pur sempre un bell’inizio.
Foto: Archivio di Stato di Lucca - Pagina del periodico L'Italia 1848
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