Sono trascorsi tre mesi dal primo post.
Tre mesi sono una sorta di deadline immaginaria per bilanci, revisioni, propositi.
Dopo tre mesi mi rendo conto di non aver mai giustificato la scelta del titolo di questo blog.
Mi trovavo su google, nella pagina del mio account compariva, tra le tante voci, le voce "Blogger" e, mossa da curiosità mi ci sono addentrata. Arrivato il momento in cui mi si chiedeva di dare un titolo alla mia pagina la scelta è stata immediata, è venuto da sé e in un attimo è comparsa l'intestazione.
Era il 1993, terza media, credo che sia stata la professoressa Castelli a citare Les Illuminations di Rimbaud ma non ne sono sicura, con molta probabilità si tratta di un ricordo ricostruito. Fatto sta che quella parola, Illuminazioni, continuava a girarmi nella testa.
Quell'estate, a Pescara, bazzicando come al solito tra librerie e bancarelle di remainders, trovai un'edizione in lingua originale delle opere di Rimbaud, controllai bene che contenesse il testo che cercavo e la acquistai. Provai a leggere qualcosa ma mi era decisamente troppo criptico allora, considerando anche il fatto che non avevo la più pallida idea di chi fosse questo Rimbaud... Mi piaceva la parola.
Io sono irrimediabilmente attratta da tutto ciò che è bello, esteticamente bello nel suo significato etimologico. Nonostante la parola "illuminazioni" sia sporcata da una "z" e una "u", lettere per le quali provo una certa avversione, quella sequenza di ll, m, n, n mi è sempre piaciuta. L'idea stessa di Illuminazioni si collega immediatamente con il verso di Salvatore Quasimodo
trafitto da un raggio di sole
che mi ha sempre lasciato una sensazione dolorosamente positiva.
Credo sia per via di quell'idea di luce, di effimero, di immediato, pura estetica, pura percezione dei sensi trasmessa in un attimo alla mente e in un attimo persa.
Come i vent'anni di Rimbaud, appena arrivati e già svaniti.
Les voix instructives exilées... L'ingénuité physique amèrement rassise... — Adagio — Ah! l'égoïsme infini de l'adolescence, l'optimisme studieux : que le monde était plein de fleurs cet été ! Les airs et les formes mourant... — Un chœur, pour calmer l'impuissance et l'absence ! Un chœur de verres, de mélodies nocturnes... En effet les nerfs vont vite chasser.
Un coro, per calmare l'impotenza e l'assenza! Un coro di bicchieri, di melodie notturne... Infatti i nervi mancheranno in fretta di stabilità.
Beh, anche questo blog mancherà di stabilità
Se illuminazione significa luce dove c'è oscurità, se luce significa portare conoscenza dove poca cultura, se cultura significa crescere, se crescere significa civilizzarsi sempre più... ben venga il termine.
RispondiEliminaE, nel tuo caso, lo è!
Felicità
Rino, filosofando seriamente.
Il titolo di un articolo è la sintesi della sintesi della sintesi dell'articolo. Non è facile dare un titolo: ne so qualcosa io che ogni settimana ne dò dai 20 ai 30. Una mia amica mi dice che sono bravo a dare titoli. Di se stessa dice che non ne azzecca uno.
RispondiEliminaIl titolo di un blog (un luogo virtuale dove l'individuo esprime se stesso) è allora la sintesi della sintesi della sintesi della personalità del blogger. Il nucleo. Il titolo 'Illuminazioni' è allora il nucleo della personalità di Marmott79. La personalità di Marmott79 si esprime dunque quando si illumina. E quando non si illumina? Sopravvive, così come fa la maggior parte di noi quando non ha stimoli. Alcuni, anzi, non si illuminano mai e sopravvivono per tutta la vita.
Ritenevo di avere compreso il motivo del titolo quando ne ho letto la motivazione in testata (Tutto prende forma da suggestioni e pensieri, illuminazioni, appunto...). Ora capisco che quella motivazione era il nucleo della personalità trasmesso dal cervello (la ragione). Ma a lei non bastava, mancava qualche cosa. Avrà forse anche sentito un turbamento per giorni e settimane. Ora, con questo post 'mesiversario', Marmott79 ci offre la motivazione trasmessa a noi dal cuore (la passione).
E di questo gliene sono grato. Come se mi avesse offerto un pezzetto del suo cuore.
Pipo
@Rino: Grazie infinite, ammiro profondamente l'opera di divulgazione che fai, che fate tu e Vautrin in una sorta di dialogo d'altri tempi, e per questo il tuo commento mi risulta ancora più prezioso.
RispondiElimina@Pipo: già, volevo spiegare il perché di una scelta, è un titolo impegnativo e non volevo che risultasse pretenzioso. Non ho voluto nemmeno metterlo come primo post perché temevo si sarebbe perduto.
Adesso sono soddisfatta, mi sembra quasi di cominciare da capo.
Illuminazioni... hai scelto molto bene: un titolo cha ha molti significati.
RispondiEliminaRicorda anche a me la mia adolescenza e la passione per quel ragazzo maledetto, che però le illuminazioni della sua gioventù di grande poeta ha sacrificato per la luce troppo intensa del sole d'Africa, che l'avrebbe alla fine spento, per sempre.
Ogni tanto, quando guardo il mio mare, quel mare di Genova da cui partì Rimbaud tanti anni fa, penso al suo stato d'animo, e forse come lui vorrei partire e non fare pià ritorno.
Un caro saluto
"Il battello ebbro" penso spieghi molto bene le sensazioni che provi, Vautrin. Pensavi a questa poesia?
RispondiEliminaBeh, visto che l'ho citata, ho scelto questi versi presi dalla poesia. Chiaramente li dedico a Marmott79 :D
"Io so i cieli che scoppiano in lampi, e so le trombe,
Le correnti e i riflussi: io so la sera, e l'Alba
Che si esalta nel cielo come colombe a stormo;
E qualche volta ho visto quel che l'uomo ha sognato!
Ho visto il sole basso, fosco di orrori mistici,
Che illuminava lunghi coaguli violacei,
Somiglianti ad attori di antichi drammi, i flutti
Che fluivano al tremito di persiane, lontano!"
@Vautrin: Non so perché ma pensando a Genova mi fuguro un uomo in bretelle e camicia pronto a imbarcarsi... i genovesi, così poca terra sotto i piedi e così tanto mare negli occhi.
RispondiElimina@Chiara: mi piace terribilmente quella poesia, mi rimanda a Conrad, a Turner, Apocalypse now e ai Doors, faccio un volo tra i pensieri e mi ritrovo davanti il faccione di Kurtz nella giungla e le sue ultime parole: "The Horror".
Illuminazioni? Perchè no? E' sempre la luce che si cerca quando tutto il resto è al buio.
RispondiEliminaSignificati, teorie, spiegazioni... tutto quanto è luce al cospetto di quel buio pesto al quale in certi momenti vogliamo fuggire.
Rimbaud, lo trovo davvero illuminante (e illuminato).
@Arietta: cerchiamo luce, cerchiamo aria... qualche volta troviamo entrambe.
RispondiEliminaAnche io sono illuminato qualche volta.
RispondiEliminaQuello che Marmott79 chiama 'illuminazioni' io lo chiamo innamoramento.
Per vivere felice - penso già da tempo - occorre innamorarsi almeno una volta al giorno (illuminarsi) di una persona, una cosa, un evento, un fiore, una campagna, una casa... una situazione qualsiasi.
E non è un caso che Giuseppe Ungaretti scriva
M'illumino d'immenso
Innamorarsi o illuminarsi. Questi di Marmott79 sono innamoramenti: si innamora e scrive.
E noi gioire con lei.
Pipo
La femme de trente ans
RispondiEliminaest un colis piege
Tout prete a sauter…
A coup de son amant
Elle explose dans mes mains
avec tout son passe’
d’illusions eclatees
d’amours sans lendemain
Elle explose dans mon Coeur
avec son dernier reve,
qu’elle poursuit sans treve
avec noble pudeur
Elle se refait vierge
pour l’ultime voyage
gardant pour tout baggage
la clarte’ du cierge.
Laisse-moi devoiler
les cicatrices nues;
elles sont pour moi, vois-tu
de ton corps deploye’,
les intimes blessures
de te guerre perdues
-de ce que tu as cru-
mais aussi, j’en suis sur
pour de semences d’automne,
sillons creuses en terre
encore grands ouverts.
Et que nul ne s’etonne
si bientot, en hiver,
sans soleil au zenith
et non loin du granit,
poussera le ble’ vert!!!
Laisse-moi, je t’en prie,
desarmer ta prudence
et combler de patience
les sillons de ta vie.
Jean Baudry
Piu' che Illuminato!!!
C'est le soir. Sous sa tente, pleine de silence et de rêve, Bismarck, un doigt sur la carte de France, médite; de son immense pipe s'échappe un filet bleu.
RispondiEliminaBismarck médite. Son petit index crochu chemine, sur le vélin, du Rhin à la Moselle, de la Moselle à la Seine; de l'ongle il a rayé imperceptiblement le papier autour de Strasbourg ; il passe outre.
À Sarrebruck, à Wissembourg, à Woerth, à Sedan, il tressaille, le petit doigt crochu : il caresse Nancy, égratigne Bitche et Phalsbourg, raie Metz, trace sur les frontières de petites lignes brisées, - et s'arrête...
Triomphant, Bismarck a couvert de son index l'Alsace et la Lorraine! - Oh! sous son crâne jaune, quels délires d'avare! Quels délicieux nuages de fumée répand sa pipe bienheureuse!...
Jean Baudry
Carino il rebus.
Anonimo? Chi sei?
Malgre' l'usure
RispondiEliminaMalgre' l'erosion
Malgre' l'eclatement des pierres
Ecrire
Malgre' le grand eboulement
Ecrire
Parmi les gravats
A meme le decombres
Jean Baudry
Marmott, a volte e' bello non firmare un post, lasciare spazio alle parole e alla riflessione senza un identita'...
L'importante e' scrivere...
P.S. Scusa per gli accenti ma mancano nel computer...
Malgre' l'usure
RispondiEliminaMalgre' l'erosion
Malgre' l'eclatement des pierres
Ecrire
Malgre' le grand eboulement
Ecrire
Parmi les gravats
A meme le decombres
Jean Baudry
Marmott, a volte e' bello non firmare un post, lasciare spazio alle parole e alla riflessione senza un identita'...
L'importante e' scrivere...
P.S. Scusa per gli accenti ma mancano nel computer...
Malgre' l'usure
RispondiEliminaMalgre' l'erosion
Malgre' l'eclatement des pierres
Ecrire
Malgre' le grand eboulement
Ecrire
Parmi les gravats
A meme le decombres
Jean Baudry
Marmott, a volte e' bello non firmare un post, lasciare spazio alle parole e alla riflessione senza un identita'...
L'importante e' scrivere...
P.S. Scusa per gli accenti ma mancano nel computer...
Caro anonimo va benissimo così, ho permesso io di postare commenti anonimi... e se tutti sono come te, ben vengano, è un arricchimento. Confesso che avevo rimosso chi fosse Baudry e me lo hai fatto ricordare tu.
RispondiEliminaSpero di risentirti... anche se muoio di curiosità.
(una tastiera che non ha accenti... è un indizio)
Hai ragione Marmott una tastiera che non prevede accenti potrebbe essere un serio indizio...forse mi sono tradito ma dovevo quantomeno scusarmi per gli errori grammaticali...Hai ragione Baudry credo che sia qualcosa per cultori, certo niente di introvabile ma per cultori...
RispondiEliminaLui e' uno dei miei preferiti insieme a Verlaine che mi colpi' con la sua famosa frase "Je suis l'empire a la fin de la decadence" quando ancora stavo alle scuole medie, Rimbaud, Baudelaire, Pirandello, Svevo e Carducci...
A questo punto potrei anche svelarmi ma cosi' non terrei fede alla mia promessa e come sai, ogni promessa e' debito...
Adriano Meis
Dimenticavo, avrai sicuramente notato che tra le mie preferenze cito Baudry ed anche Rimbaud, ovvio non sono impazzito...a parte che per essere impazziti, non bisognerebbe esserlo stati prima e questo non e' il mio caso...Semplicemente ho sempre pensato che il vecchio pseudonimo facesse parte di un momento della vita di Rimbaud, insomma sono esistiti due Rimbaud...Be' forse anche tre o quattro... Non Male per aver vissuto solo 37 anni...
RispondiElimina... Adriano Meis è troppo facile.
RispondiEliminaDunque Sicilia.
Se ti conosco credo di aver capito.
Comunque, solo per cronaca, internet è piena di persone che si firmano Adriano Meis e fa un po' confusione.
Perche' Sicilia??? Pirandello era si Siciliano, ma Mattia era Ligure ed Adriano Meis, Romano??? o magari meglio girovago...
RispondiEliminaE comunque la firma era solo un tributo a uno dei romanzi che amo maggiormente e al grande Pirandello...
Persino al mio amore assoluto per gli pseudonimi, dal momento in cui mi catturo' il primo quando avevo 12 anni..."Ghigno di Tacco"...
Chissa' cosa nascondono gli pseudonimi per me di cosi' affascinante...
Nessuna intenzione di firmarmi Adriano Meis forever, ci mancherebbe...
Ci sentiamo...
<Pipo>
RispondiEliminaPiù torno su questo blog e più trovo che il titolo 'Illuminazioni' bello, oserei dire geniale. In fondo il colpo di genio si distingue dalla norma perché è semplice, tanto semplice da sembrare banale a chi non riesce a coglierne il significato e il peso.
Illuminazioni: una parola 'pesante', come pesanti sono le parole dei poeti. Perciò scrivono poco: perché le parole del poeta pesano più - molto di più - di quelle di chi scrive in prosa.
Illuminazioni mi fa meditare. E' la parola stessa che mi fa meditare, oltre a ciò che scrive Marmott79. E non so nemmeno dove andrà a finire questa mia meditazione. Incredibile: una sola parola è tanto pesante da innescare la meditazione.
Qualche anno fa lessi un libro molto interessante: Storia della seconda guerra mondiale, di sir Basil Liddell Hart, inglese, mille pagine, il libro più lungo che abbia mai letto.
Al di là dei fatti, dei numeri, dei dati, ciò che mi è rimasto è una frase detta a suo tempo dal generale George Patton, statunitense: la differenza tra vittoria e sconfitta sta nella capacità degli stati maggiori di adeguare i piani agli eventi.
Fu una illuminazione. Mille pagine di un libro che ti restano dentro per una frase. Una frase che ti fa meditare e che dà impronta alla tua vita.
Hai voglia a fare piani. C'è sempre qualcuno o qualcosa che cerca di impedirti di realizzarli. Ebbene, la vittoria sta nella nostra capacità di adeguare i nostri piani agli eventi. Illuminazione.
</Pipo>