sabato 20 settembre 2008

Il vecchio saggio


Lascia che agli occhi della tua mente appaia la montagna, un’altra montagna. Questa volta la esplorerai alla ricerca del Vecchio Saggio e, quando lo troverai, potrai porgli tutte le domande che vorrai.
Nota: Ho detto ‘domande’ e le persone, di solito, si pongono nella posizione subordinata di chi pone domande e attende risposte.
Difficoltà, anche maggiore del solito a muovere le labbra e articolare le parole.

Scc, scc, scc. Ci ci ci cielo. Il cielo è sereno. (Sono?)… C’è una specie di cresta (?) che ogni tanto diventa come una lama del rrrr rrrr rasoio. Difficile camminare sulla lama del rrrr rrrr rasoio. Ma sono già in quota, tutt’attorno il precipizio, mmmm ma non ho paura. Già da subito, in lontananza, percepisco la figura dell’Anziano con una specie di tunica fino ai piedi. Vorrei avvicinarmi, ma faccio fatica a trovare uno spiazzo, si fa fatica, è come lama di rasoio. Questa lama che cambia forma: si appiattisce e poi ancora lama. Mi devo rassegnare a camminare sulla lama, ma tanto so stare in equilibrio e non ho paura. Ma non riesco ad arrivare all’Anziano. Ne intuisco la figura, ma non lo vedo.

Ecco fatto. Forse… sì, la lama si è trasformata in un ponte di corda e ci incontriamo a metà. Mi fa piacere che anche la Saggezza faccia qualche passo verso di me e mi venga incontro. Eh, sennò perché solo io muovermi verso di lei? In fondo, abbiamo tutti e due interesse a incontrarci. Ciò che tu mi dai potrei restituirtelo in altra forma, chissà. Tu, la Saggezza, io la Quotidianità.

La saggezza è astrazione, ma per vivere nel quotidiano devi pur fare i conti con la realtà, dimmi se sbaglio.

Apprezzo molto il fatto che tu non abbia voluto costringermi a venire verso di te. A muovermi solo io. Sarebbe stato come chiedermi di abbandonare il quotidiano e non va bene questo. Non sono un eremita, ho piacere che tu lo abbia capito. Adesso toccami: vedi che sono fatto di carne e ossa e non posso prescindere da queste. La carne, le ossa. La fame, il caldo, il freddo, la passione, la paura, inciampare negli ostacoli sono tutte cose del quotidiano, hai voglia a metterci saggezza! Tu sei astratto, puramente puro pensiero. Certo, tutto ciò che pensi è perfetto, è come un teorema di matematica: perfetto. Vai poi ad applicare il teorema nella vita quotidiana. I numeri non sono più quelli, il peso è diverso, le quantità pure e c’è sempre qualche stramaledetto individuo che vuole impedirti di fare quello che vuoi.

Il compimento del perfetto nell’imperfetto è lavoro sovrumano, dimmi se sbaglio. Sorridi, eh, sorridi? Pensa pure che ho scoperto l’acqua calda e tu lo sai meglio di me. Ribadisco: mi fa piacere che tu non sia rimasto chiuso dentro la tua caverna, ma sia venuto verso di me. Ringrazio anche la lama per essersi trasformata in ponte di corda che ci ha consentito un incontro più agevole, ma, in fondo, vedi che bisogna tenersi.

E’ pur comodo il ponte, ma non possiamo sbagliare l’incontro perché sotto di noi c’è il precipizio.
Cerchiamo di capirci quindi: un passo io verso di te, un passo tu verso di me.
Forse, chissà, potremmo anche provare ad abbracciarci per vedere se possiamo diventare una persona sola, che poi sarebbe l’ideale.
Teoria e pratica.
Sogno e realtà.
Saggezza e quotidianità.
Abbiamo dimostrato che non è vero che sono distanti, ma si possono incontrare sul ponte di corda che ci è venuto in aiuto.
Chissà chi lo ha costruito. Ma già, che stupido! Non l’ha costruito nessuno, siamo noi che lo abbiamo voluto. Bravo Saggio! Bravo Saggio! Bravo Saggio! Bbb bbb ba ba

Svegliarsi la mattina, lavarsi, fare colazione in fretta con un caffè, vestirsi, andare al lavoro. Mezz'ora di macchina e poi la scrivania, telefonate, appunti, agenda, "chiedi al capo". Pausa, cibo, musica, libro... ecco la mia lama di rasoio: quella passeggiata radente le mura del fabbricato, stendo il telo, accendo la radio, tiro fuori acqua e yogurt, apro il libro e incontro il mio Saggio.

Mi parla. Ieri era Rodolphe di Geroldstein, prima Hans Castorp, oggi è Isabella d'Este. Lui mi parla e io lo ascolto. Qualche volta intervengo anch'io, nel modo consono a questo tipo di dialogo: sottolineo i suoi pensieri, lo commento se ne ho la possibilità, perché lui sa tante più cose di me... ma lui ha parlato solo con se stesso, io ho tanti interlocutori. E' bello quando mi lascia il mio spazio, quando alla fine mi riserva candide pagine dove annotare i miei pensieri perché scrivere a margine è scomodo. Io mi arricchisco con lui, ma ho la sensazione che anche lui si arricchisca con me, che il nero e il bianco si riempiano di colori.

Che senso avrebbe se lo stessi solo ad ascoltare, quale senso se mi impedisse di comunicare con lui. Quale senso se il Saggio se ne sta nella sua caverna a pensare solo.

Vieni dunque avanti Saggio, e abbracciami. Prendi da me quello che sono, io prenderò quello che sei. 

Dolce rapina.

Una sola regola si pone tra noi: niente domande. Io non ne pongo a te, tu non ne poni a me, accettando entrambi i doni che ci portiamo.


Foto: Torino, capodanno 2007

9 commenti:

  1. La lettura è un dialogo! Bello che tu hai con i tuoi libri.

    Rino, in un soliloquio infinito.

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  2. Marmott79 il post cade come il cacio sui maccheroni proprio nel momento in cui mi trovo a leggere un libro sull’uomo che si definiva il piu’ grande saggio dell’ umanita’, parlo ovviamente di Socrate.
    Il modesto piu’ immodesto della storia, l’uomo che quando fu denunciato dalla moglie di trascurarla invece di difendersi le diede totalmente ragione.
    Meglio ancora quando lo condannarono a morte disse che era giusto cosi’ perche’ con le sue idee poteva essere di pericolo alla democrazia.

    Non si e’ nemmeno sicuri se sapesse leggere e scrivere, quindi non aveva la possibilita’ dell’interscambio con I libri, la sua ricerca della verita’ si basava sul porre domande ed attendere le riposte dei suoi studenti, chiedendo che le stesse fossero le piu’ dettagliate possible.

    Come amava ripetere sempre “mi ritengo il piu’ sapiente degli uomini perche’ so di non sapere nulla” e tutte le informazioni che raccoglieva attraverso le sue domande rafforzavano la sua conoscenza e saggezza.

    Forse sono andato fuori tema e merito un bel 4 se cosi’ fosse me ne scuso…

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  3. @Rino: ancora pochissimo e dialogherò con il tuo di libro.
    @Anonimo: non ci sono fuori tema: il titolo è "il vecchio saggio" e chi più di Socrate ne incarna la figura? Solo non credo che il metodo socratico si possa definire un metodo basato sul dialogo, se posso azzardare un paragone mi sembra di più il metodo adottato dai politici italiani nei loro dibattiti che cercano di portare l'interlocutore a dire le cose che vogliono sentirsi dire. Il suo era un modo tendenzioso di porre domande, metteva spalle al muro colui che interrogava che, alla fine, senza rendersene conto, si trovava a concordare con lui (almeno così me lo ricordo dai tempi del liceo).
    Adesso vado fuori tema io: la battuta che fece alla moglie mi ricorda tanto quella di Bruce Willis in "L'Ultimo dei Boy Scout" che, alla moglie che gli diceva di sentirsi sola risponde "Comprati un cane".

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  4. <Pipo>

    Il Saggio è in ognuno di noi. Sciocco è colui che lo va a cercare altrove e sciocco è colui che gli pone domande. Le domande e le risposte sono in noi stessi. Andare a chiedere a una chiromante quale sarà il nostro futuro è una baggianata. Il nostro futuro è in noi e siamo noi stessi che ce lo costruiamo, con le nostre forze. Il saggio cerchiamolo in noi stessi: sarà lui a darci le risposte.

    </Pipo>

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  5. @Pipo: perfetto. Che senso ha porre domande agli altri se prima non siamo riusciti a porle a noi stessi.

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  6. Marmott79 il tuo paragone potrebbe calzare perfettamente, anche se per quello che ho letto in questi anni di Socrate, mi pare piu' un personaggio portato alla provocazione, le rispote alle sue famose domande dovevano sempre essere minuziose e dettagliate cosi' lui avrebbe poi comunque avuto modo di contestarle e creare quindi un altra reazione.

    Un esercizio che alla fine era utile a lui ed anche ai suoi interlocutori. Questo naturalmente da quello che io ho potuto capire e raccogliere dalla descrizione che fanno di Socrate le mie fonti, e qui si torna al post sulla Borgia.

    Una cosa di cui sono certo e' che Socrate fosse molto meno artefatto dei nostri politici attuali (siano essi di Sinistra, Centro o destra) me lo immagino piu' naturale e vero di quelle farse romanzesche che vanno in onda ogni sera nei programmi politici della Tv Italica.

    La battuta di Bruce Willis non la conoscevo ma diciamo che la sostanza e' quella, il nostro Socrate fu piu' educato nel momento del processo ma poi continuo' a farsi i suoi porci comodi...

    Volevo farti i complimenti nuovamente per i tuoi post sempre molto interessanti e intelligenti, specialmente la seconda caratteristica merce rara ai giorni nostri...

    Concordo con Pipo nella sua definizione, quella poi delle chiromanti la vedo una soluzione veramente inutile, il nostro destino non possiamo pensare lo costruiscano gli altri per noi...

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  7. Carissima, torno ora da una settimana di immersione nella storia bizantina... recupererò in questi gironi i post che mi sono perso.

    Grazie per i bellissimi commenti, a presto

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  8. @ Anonimo: nel paragone tenevo ovviamente conto della diversità dell’epoca: la nostra è sicuramente più artefatta, non stupisce dunque che anche i dibattiti lo siano… ma è un vizio mio il divagare e il raffrontare, non riesco a farne a meno: ogni volta che penso al passato lo raffronto al presente e viceversa in una sorta di comparazione globale. Non si dovrebbe fare, si dovrebbe prendere ogni cosa, ogni persona, ogni momento storico per quello che è stato, senza paragoni ma non ce la faccio, come quando leggo un libro lo metto subito sullo stesso piano di altri che ho letto vedendo in ognuno le tracce di altro… Nella testa ho un gran minestrone ma scrivere, attività iniziata da poco, sta mettendo un po’ di ordine.
    Hai ragione quando dici che si ritornerebbe al post della Borgia: i detrattori di Socrate gli davano del sofista mentre Platone riportava le sue parole fedelmente come hanno fatto gli evangelisti con Cristo… Di sicuro, per generare reazioni tanto contrastanti, doveva essere un uomo straordinario: straordinario nella sua saggezza, e quindi venerato, straordinario nella sua pericolosità, e quindi temuto.

    @Vautrin: Bentornato, si capiva che eri ben impegnato ma immaginavo una bella vacanza… su Beda sto ancora meditando.

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  9. Il raffronto con il passato e' sempre inevitabile, lo facciamo anche noi nel nostro piccolo per quanto concerne la nostra vita...

    Certo raffrontare periodi cosi' distanti fra loro e' altro esercizio...La corruzione, la demagogia tutto il meglio della politica insomma esistevano anche allora. Nonostante questo sono portato a pensare che personaggi come Socrate, Platone lo stesso Marco Tullio Cicerone avessero uno spessore decisamente piu' alto dei personaggi attuali...Magari e' solo una mia illusione alimentata da quello che ne dicono i testi...

    Mi ricordo la bellissima frase di Platone che non e' riportata nel testo che sto leggendo in questo momento ma che piu' o meno riportava: "Sono un uomo fortunato perche' sono Greco perche' sono libero ma soprattutto perche' ho vissuto nello stesso periodo di Socrate", che nobilta'...

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