Qualche giorno fa, una domenica, navigando su You Tube decisi di provare.
Tanti anni fa, guardando per la prima volta Philadelphia di Tom Hanks, rimasi colpita dalla scena che vedeva lui, attaccato a una flebo, aggirarsi per casa e in un sottofondo crescente le note dell'Andrea Chenier di Umberto Giordano. Mi resi conto allora, ma in fondo l'avevo sempre saputo, del grande potere evocativo della musica che sovrasta quello delle parola. Ho sempre pensato a quel brano negli anni, lo ho considerato quasi come un amico, uno di quelli che non si fa mai sentire ma che probabilmente un giorno farà capolino dalla buca delle lettere, o dalla porta. Ebbene l'amico ha fatto capolino quella domenica.
Ho digitato Andrea Chenier Maria Callas e... toh! Chi si rivede... poi, non paga, ho seguito gli altri video proposti da You Tube e ne ho fatto man bassa nei preferiti. Tante interpretazioni della Callas "simpaticamente" diretta da un giovanissimo George Pretre, lo stesso che al concerto di Capodanno di quest'anno ha tirato fuori un pallone da calcio salutando così l'anno di Euro2008 Austria-Svizzera.
La prima volta non si dimentica... la prima volta all'opera fu per la Madama Butterfly, non ne sapevo nulla e detti una letta veloce al riassunto del libretto che mi avevano passato. Si mostrò la scenografia e... stupore, un enorme struttura a mo' di quadro svedese, bianco e nero, tutta la rappresentazione poggiava sui colori bianco, nero, rosso. L'Arena di Verona era essa stessa spettacolo, gremita di persone sembrava tuttavia non riempirsi mai, come a dire "Sono qui da sempre, resterò dopo di voi, non importa quali diavolerie mi porterete, io resto". Le luci si abbassavano e si accendevano le candeline, rianimata consuetudine che ebbe origine ai tempi delle prime rappresentazioni all'Arena, quando l'impianto elettrico non c'era e per leggere i libretti si ricorreva a candele in cera.
Quando tornai per il concerto di Eros le candeline erano state sostituite dai colorati schermi dei telefonini.
Nel lungo tramonto di luglio la luce del sole lontano disegnava a tinte forti i margini frastagliati del grande Teatro.
C'era poesia in tutto questo.
La serata era perfetta, senza vento, e si riusciva a udire ogni singola parola in canto. Madama Butterfly era Raina Kabaivanska in una delle sue ultime apparizioni.
Non ricordo come cominciò, ricordo solo che era da poco iniziata l'ultima scena del primo atto, dopo il matrimonio, la prima notte di Butterfly e Pinkerton, il duetto che mi fece sua. Cominciò con una fitta dolorosa alla bocca dello stomaco e si sfogò con un'esplosione che non riuscii a prevedere. C'era un ciccione tedesco davanti a me, innocentemente appisolato accanto a sua moglie che lo guardava con aria di rimprovero mista a vergogna. Sobbalzarono entrambi al primo singhiozzo e mi guardarono minacciosi. L'aria terminò, io continuai a dirotto per tutta la durata dell'intervallo.
Si rispensero le luci nell'Arena e ritornai in me, cercando di rivivere quell'emozione...
Se ne era andata.
Ogni volta che ascolto l'opera cerco di recuperare quel sentimento catartico, non funziona, la mia mente sente che sto ricostruendo un'emozione e si rifiuta di collaborare.
Era la prima volta all'opera.
Non smetterò mai di ringraziarti per le emozioni che mi dai leggendo i tuoi scritti.
RispondiEliminaPipo
Coincidenza vuole che in questi giorni stia scrivendo un racconto sulla prima esperienza di un giovane all'opera, nel caso l Tannhauser.
RispondiEliminaLa Callas, poi, è una di quegli interpreti che riescono a trasmettere emozioni superiori... come Heifetz per il violino, Kissin per il piano...
Un saluto
La prima esperienza di un ragazzo all'opera... fa pensare a un'iniziazione, una sorta di rito di passaggio.
RispondiElimina... cominci a farmi paura... piace anche a me l'opera. La mia preferita? Il Don Giovanni di Mozart.
RispondiEliminaLa prima volta di Puccini
RispondiEliminaQuando arrivò con lui da me dopo un viaggio di quattro ore circa, non sembrava nemmeno stanca. Il pranzo veloce ma gustoso ci rimise in sesto tutti e tre. La passeggiata per via Condotti, via del Corso, piazza Navona ci offrì delle emozioni. Rientro, pizza e a casa. Lui a letto.
"Sono innamorata di Verdi, mi piace la musica possente, amo la Traviata. Puccini non riesco ad apprezzarlo". Cercai di spiegare che l'orchestra di Verdi supporta il cantante. Quella di Puccini lo intreccia. Inserii il DVD di Bohème. Sul divano in silenzio.
Primo quadro, lo sanno tutti
Che gelida manina
Mi chiamano Mimì
Secondo quadro
La cuffietta
Il valzer di Musetta
Terzo quadro
Il folgorante quartetto Rodolfo-Mimì - Marcello-Musetta
Quarto quadro
Che vuol dire quell'andare e venire, quel guardarmi così...
Mimì, Mimì, Mimì
La voce straziante di Rodolfo...
...e le nostre discrete lacrime nascoste.
Pipo
@Elena... la mia, ovviamente, la Traviata. Chi sa... magari fanno le anime con lo stampino e non lo sappiamo.
RispondiElimina@Pipo... discrete e nascoste, la prossima volta, visto che lo sai, fornisci i fazzoletti.
La Bohème la apprezzo di più a ogni ascolto ma, come puoi immaginare, il mio pezzo preferito è il valzer di Musetta.
La prima volta che andai all'opera fui trascinato quasi a forza da mio nonno...doveva essere il 1976 e solo la grande stima che provavo per mio nonno mi spinse ad andare...Per lui era un evento cantava la figlia del suo grande amico "Fumein" (cosi' ribattezzato perche' fumava come un turco...), Mirella Freni con un tale Luciano Pavarotti la cui sorella era cliente regolare del ristorante dei miei genitori...Insomma tutto in famiglia, per me lo ammetto una noia mortale...Ho rivisto L'Aida nel 2000 a Giza tra le piramidi ho praticamente pianto per la durata dell'Opera...
RispondiEliminaSolo il concerto di capodanno che vidi a Vienna nel 2006 mi ha dato emozioni altrettanto forti...
L'Aida tra le piramidi deve essere stata davvero un'esperienza. E pensare che si può definire un'opera su commissione e Verdi stava per perderla perché faceva lo schizzinoso. Poi gli dissero che se non l'avesse fatta lui si sarebbero rivolti a Wagner e fece marcia indietro.
RispondiEliminaL'occasione era l'inaugurazione del canale di Suez ma la prima rappresentazione avvenne solo due anni dopo l'evento. Ecco cosa si ottiene a commissionare opere al Genio, nel bene e nel male.
Credo che il ritardo fosse dovuto alla guerra in corso tra Francesi e Prussiani una delle tante del periodo...
RispondiEliminaComunque l'Aida tra le Piramidi uno spettacolo indimeticabile, anche perche' possiamo dire che quest'opera Al Cairo e' decisamente "A casa sua"...
Chissa' come sarebbe stata se l'avesse scritta Wagner...Sarebbe bello averne una anche di Wagner per vedere le differenze...
Il ritardo è dovuto soprattutto al fatto che l'opera gli era stata commissionata a pochi mesi dalla data prevista per la prima (Novembre del 69), il preavviso era un po' scarso, inoltre Verdi ha accettato solo l'anno successivo. Insomma... gli Egiziano non l'avevano pianificata bene.
RispondiEliminaQuasi quasi me la riguardo... però ho adesso tra le mani "la Cenerentola" e la "Fanciulla del West"... lascio passare la mattinata e decido.
Io andrei per la "Fanciulla del West"... E buon divertimento...
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