domenica 15 febbraio 2009

Ceci tuera cela



Di solito non parlo di libri in corso di lettura ma, a mente fresca, devo fare un'eccezione.

Racchiuso nel cuore di Notre Dame de Paris di Victor Hugo c'è un capitolo che apre al lettore un'atmosfera da saggio: una dissertazione sulla funzione dell'architettura nel Tempo. L'architettura come grande libro dell'umanità.

In qualche modo cerco di tradurre e perdonatemi se il testo non corrisponde alle versioni italiane.

"Dall'origine delle cose fino al quindicesimo secolo dell'era cristiana incluso, l'architettura è un gran libro dell'umanità, l'espressione principale dell'uomo nei suoi diversi stadi di sviluppo, sia come forza, sia come intelligenza.

Quando la memoria delle prime razze si sentì sovraccaricata, quando il bagaglio dei ricordi del genere umano divenne così pesante e confuso che la parola, nuda e volatile, rischiò di perdersi sulla strada, li si trascrisse sulla terra nel modo più visibile, durevole e naturale. E' stata sigillata ogni tradizione sotto un monumento.

L'architettura fu dapprima alfabeto. Si piantava una pietra in piedi ed era una lettera, e ogni lettera era un geroglifico, e su ogni geroglifico giaceva un gruppo di idee come il capitello sulla colonna. Ritroviamo la pietra innalzata dei Celti nella Siberia asiatica, nelle pampas d'America."

"Più tardi si fecero le parole. Si posò la pietra sulla pietra, si accoppiarono queste sillabe di granito".."Infine si fecero i libri. le tradizioni avevano generato simboli... tutti questi simboli crescevano, si moltiplicavano, si incrociavano, si complicavano sempre di più."

"Nel quindicesimo secolo tutto cambia.

Il pensiero umano scopre una maniera di perpetuarsi non solo più durevole e più resistente dell'architettura ma anche più semplice e più facile.

L'architettura è detronizzata. Alle lettere di pietra di Orfeo si succedono le lettere di piombo di Gutenberg."

"Venga il diluvio, la montagna sarà scomparsa da tempo sotto i flutti e gli uccelli voleranno ancora."

Per anni ho osservato le cattedrali senza comprendere la loro funzione, se non quella più palese di luogo di comunione, poi un professore mi aprì gli occhi e mi svelò il loro segreto. Una verità che per secoli è stata alla portata di tutti ma che si è perduta nel tempo.

Mi calo per un istante nei panni di una tessitrice del XIV secolo: mi reco in una chiesa della mia città ma assisto distante perché i posti mogliori sono occupati da persone molto più importanti di me, la voce del predicatore mi arriva lontana e comunque la messa è recitata in latino e io conosco solo il volgare, mi guardo attorno e ci sono strani simboli sulle pareti, sono scritte, mi dicono, ma io non so leggere.

In soccorso mi arrivano le immagini incise accanto a quei simboli: cavalieri, santi, l'Arcangelo Gabriele davanti alla Madonna, Gesù battezzato da Giovanni. 

Sacro e profano. 

Sui muri delle cattedrali si riportavano anche le gesta dei condottieri che si segnalavano nelle crociate, le loro armature, i cavalli bardati, gli stendardi.

La montagna di pietra è il libro che mi insegna la storia umana e la storia divina e la luce che filtra illumina le vetrate, anch'esse libri ma a colori ed evidenzia, nelle diverse ore del giorno, le diverse parti di questo manoscritto.

Hugo si spinge oltre dicendo che il libro cartaceo sopravviverà al libro di pietra, lo ucciderà, (ceci tuera cela) perché più agile e perché ne è maggiore la possibile diffusione ma, se è vero che i libri si moltiplicano e si espandono sulla terra diffondendo con loro la cultura, è anche vero che, ogni anno, milioni di persone si mettono in viaggio per leggere grandi libri di pietra come le Piramidi, Notre Dame e Stonehenge.

2 commenti:

  1. in fondo le patere, i ghirigori sopra le colonne, insomma tutto questo che a noi non parla più, parlava alla gente del popolo che non leggeva...Oggi mi sembra che accade la cosa rovescia...I tag, i graffiti, non mi parlano...da che cultura vengono...Io non capisco cosa significhino, ma so che parlano a qualcuno...

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  2. Ciao Chiara.
    Forse è solo una questione di linguaggio: le persone come te e me comprendono una lingua antica perduta e non conoscono quella moderna, istintiva e prepotente delle scritte sui muri.
    Eppure parlano, a chi sa comprenderle.

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