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martedì 26 agosto 2008

Questa Europa


Re Carlo tornava dalla guerra
lo accoglie la sua terra
cingendolo d'allor
al sol della calda primavera
lampeggia l'armatura
del sire vincitor
il sangue del principe del Moro
arrossano il ciniero
d'identico color

Fabrizio de André - Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers



ANSA 25 agosto 2008: 500 siti web turchi hanno deciso di chiudere il proprio sito per protestare contro la censura di Stato. Negli ultimi mesi sono stati oscurati oltre 800 siti compreso il popolare YouTube.

La libertà di stampa e, più in generale, la libertà di espressione, è sicuramente indice di buon governo. Di fronte alle restrizioni che si manifestano nei paesi confinanti, l'Europa si erge a baluardo delle libertà e dei diritti umani, avendo risolto da tempo ormai la maggior parte degli attriti presenti sul suo territorio. In questa sorta di apparente isola felice della politica internazionale si verificano sempre più spesso tentativi di approdo, sbarco e annessione.
Ma l'Europa non è Facebook!
Qui non si tratta di popolarità, di gruppi e faccine, non è con l'allargamento della propria cerchia di amici che si ottengono gift da sparpagliare per il mondo ai malcapitati che se li ritrovano poi nelle applications e non sanno cosa farsene.
Mi piace di più l'idea di Europa come privé, circolo ristretto di soci con interessi comuni.


Sono secoli che cerchiamo di buttare gli invasori fuori dalla porta e quelli si ripresentano dalla finestra, da quando alla morte di Maometto, nel 632, i califfi, che rivestivano sia funzioni religiose che politiche, assimilabili a quelle di papa ed imperatore contemporaneamente, iniziarono a diffonder

e l'islam fuori dell'Arabia. Gli eserciti arabi intrapresero campagne militari contro i due grandi imperi confinanti: l'Impero Bizantino e l'Impero Persiano. Cominciarono col conquistare Damasco e poi proseguirono giù, giù lungo la costa nordafricana fino a passare lo stretto di Gibilterra. Nel 712 la Spagna era sotto il dominio della mezzaluna (per la cronologia qui). Attraversarono i Pirenei e conquistarono Narbonne, Autun, Tours e Bordeaux.

Carlo Martello, sconfiggendoli a Poitiers nel 732, pose fine alla loro avanzata. Nessun'altro avrebbe potuto contrastarli in quanto allora Italia e Germania erano divise in staterelli dall'irrisorio potere politico e militare.
Dopo anni di intervallo la riconquista dell'Europa riprese nel 778 quando Carlo Magno, nipote di Carlo Martello entrò in Spagna e, a più riprese, con l'aiuto di Ludovico il Pio riuscì nell'impresa di arrivare fino a Barcellona e Cordoba e istituire la Marca Hispanica.

Altro tentativo di infiltrazione ci fu a partire dal XIV secolo. Si impadronirono del Kossovo, di Valona, di Costantinopoli nel 1453 ponendo fine all'Impero Romano d'Oriente, dominarono Bosnia, Ungheria, Transilvania, Moldavie a Valacchia (cronologia qui).



Nel 1529 l'assedio di Vienna.
1571: Spagna, Venezia, Stato Pontificio, Urbino, Savoia, Genova, Lucca, cavalieri di Malta, Parma, Mantova, Ferrara e Toscana firmarono la Lega santa per prottegersi contro l'avanzata dei Turchi e dispiegarono un numero impressionante di forze.
La Lega santa pose fine una volta per tutte alla loro avanzata nel 1571 con la battaglia navale di Lepanto.

Mentre oggi l'Europa prostituta non disdegna di prendersi un altro amante per farsi grande.


"E' mai possibile o porco di un cane 

che le avventure in codesto reame
debban risolversi tutte con grandi puttane

Foto: Carlo alla battaglia di Poitiers" Charles de Steuben
Foto: la battaglia di Lepanto

giovedì 21 agosto 2008

Aridatec' er Lisippo!!!

Se il mondo fosse chiaro, l'arte non esisterebbe
Camus - Il mito di Sisifo

Notizia ANSA di oggi è che il nuovo museo dell'Acropoli di Atene esporrà diverse opere recuperate all'estero da Grecia e Italia. Scopo della mostra è sensibilizzare autorità di tutela dei beni culturali e responsabili di musei contro il traffico di opere d'arte antiche. All'inaugurazione di fine settembre parteciperà il Capo dello Stato Italiano Giorgio Napolitano.
Faccio un passo indietro.
Capita più spesso di quanto si pensi che opere d'arte di grande valore vengano ritrovate in modo casuale da uomini che nemmeno ne conoscono il valore.
Esistono in ogni Paese leggi che si occupano di questo tipo di ritrovamento, nello specifico la legge italiana 1089 del 1939 prevede che si sporga immediatamente denuncia alle autorità competenti, sia che il ritrovamento venga effettuato in acque territoriali italiane, sia che venga sbarcato in territorio italiano, queste autorità possono corrispondere agli scopritori un premio pari fino a un quarto del valore dell'opera. Purtroppo l'ignoranza, l'avidità e il timore di rimanere imbrigliati nella burocrazia spingono a soluzioni più svantaggiose ma più sbrigative per gli scopritori. E' quanto è successo al Lisippo di Fano, ritrovato dal peschereccio fanese Ferruccio Ferri nel 1964, la sua datazione viene posta tra il IV e il II secolo aC e il valore fu stimato in svariati milioni di Euro (di miliardi di lire allora) ma fu venduto per qualche centinaia di migliaia di lire. Pazzesco.
Fatto sta che quest'opera fa il giro d'Italia e d'Europa per finire nelle teche del Getty Museum di Malibù, California, unico museo degli Stati Uniti dedicato all'arte e alla scultura dell'Italia antica e della Grecia. Per sommare al danno la beffa, il Getty si rifiuta di riconoscere a Fano la paternità del ritrovamento e nella teca e nelle pubblicazioni di settore del museo esso figura solo come il Getty Bronze. Seguendo questo link si arriva alla sua pagina dedicata.
L'ex responsabile del Getty Museum, Marion True, è tutt'ora sotto processo presso la procura di Roma con l'accusa di traffico illecito di reperti archeologici, ricettazione e associazione a delinquere, la stessa donna è attualmente sotto indagine delle autorità greche per gli stessi crimini.
Lo Stato Italiano è da anni impegnato nell'impresa di giungere a un compromesso con il museo californiano ed è stata stilata una lista di 85 opere da restituire.
Sotto la minaccia di porre il museo californiano sotto embargo culturale, il Getty ha deciso di restituire 40 opere.
Tra le opere che non si vogliono restituire figura il Lisippo, proprio perché il Getty si rifiuta di riconoscerne la provenienza, provenienza che è stata negli anni più volte certificata da processi civili e penali svoltisi in Italia contro coloro che hanno avuto parte attiva o passiva nella circolazione clandestina dell'opera. Il Getty vuole rimandare ogni decisione a riguardo alla fine del procedimento giudiziario in corso presso la procura di Pesaro.
Constatata con disonore la lentezza dei processi in Italia è stato lanciato un appello per il Lisippo in cui si chiede la restituzione dell'opera. Tutti coloro che vorranno unirsi possono inviare la loro adesione via e-mail all'indirizzo appello@lisippo.org visitando il sito www.lisippo.org.
Io ho dato la mia adesione.
Chi lo sa, magari leggerà questa pagina un novello Lupin che volendo ricalcare le orme di Vincenzo Peruggia si prenderà la briga di sgraffignare il Lisippo per riportarla in Italia.
Vuole il caso infatti che proprio oggi, 21 agosto, cada l'anniversario del più celebre quanto comico furto della storia dell'arte. Novantasette anni fa Vincenzo Peruggia riuscì nell'impresa di uscire indisturbato dal Louvre sottobraccio alla donna più ammirata del mondo: Monna Lisa.

Foto1: Lisippo
Foto2: Marion True
Foto3: Vincenzo Peruggia sotto processo

venerdì 15 agosto 2008

Enciclopedie e testi on line


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La cultura è il perseguimento della perfezione totale, attraverso la conoscenza di quanto di meglio si è detto e pensato nel mondo su tutte le questioni che più ci interessano.
Matthew Arnold – Cultura e anarchia

Sono una maniaca del sapere.
Per ogni cosa provo l’irresistibile desiderio di conoscenza e approfondimento, ogni volta ricercando le fonti, ogni volta ricreandomi uno schema che possa allineare e chiarire, per ogni informazione, i legami con le altre.
Ovviamente lo schema non riesce mai a essere esaustivo: ogni nota presenta le sue lacune, la sua mancanza di legami, la necessità di approfondire ancora per ricondurre tutto a un comune denominatore. Impresa impossibile e frustrante.
-->Conseguenza non secondaria di questa mania è il mio amore per le enciclopedie.

Ne posseggo alcu
ne e le sfoglio tutte.
Ci sono le tematiche Mémo Larousse e Guinness Encyclopedia, c’è la UTET datata 1954 che se per gli argomenti scientifici non è sicuramente il massimo, per quelli letterari funziona ancora benissimo (e poi sugli scaffali fa una gran bella figura), c’è la UTET piccolina (solo 20 volumi) uscita con La Repubblica, di facile consultazione, infine la Compact del 1990, la mia prima enciclopedia, tutt’ora indispensabile per sedare le furiose litigate su temi scientifico-letterari che nascono in casa, l’ultima volta il diverbio concerneva il significato di scienza: da una parte la tesi etimologica, dall’altra quella dell’uso comune… per la cronaca lo scontro si è risolto con un 1-1 palla al centro.
Poi ci sono l’enciclopedia delle piante e dei fiori, dizionari di termini filosofici, dizionari di abbreviature latine, il dizionario del Medioevo e l’enciclopedia La Storia in una trentina di volumi (anche questa di Repubblica), consultata per l’ultima volta dopo aver visto il film “300” per sapere qualcosina di più riguardo Leonida e le guerre contro i Persiani.
Detto tutto questo è più facile capire il piacere che ho provato quando ho letto la notizia che la Treccani ha messo in rete la Guida al suo archivio storico… le ricerche di studiosi e universitari saranno così molto semplificate e si risparmierà anche un bel po’ di tempo.
Sembra trascorso un secolo da quando mi aggiravo di libreria in libreria per consultare enciclopedie e riviste specialistiche, il lavoro di ricerca veniva fatto quasi più con treni e metropolitane che con carta e penna e quando risalivo sul treno portavo con me centinaia di pagine di fotocopie come bottino delle mie razzie.

Adesso molti archivi sono on-line e si sta facendo molto anche per pubblicare anche le emeroteche conseguendo due risultati a mio parere positivi: la liberalizzazione delle informazioni e la salvaguardia di documenti storici che in questo modo non saranno più maneggiati da mani inespe
rte.
Un bell’esempio di questa progressiva digitalizzazione lo fornisce la biblioteca universitaria di Pisa… altro che fotocopie e microfilm, niente più spedizioni di materiale dall’altro capo del mondo che impiegano settimane per arrivare, niente più suppliche a professori gelosi che non ti passano il materiale. Niente di niente, solo un accesso a internet.
So bene che questo è solo l’inizio ma è pur sempre un bell’inizio.

Foto: Archivio di Stato di Lucca - Pagina del periodico L'Italia 1848

venerdì 8 agosto 2008

Atene ha conquistato Pechino


Si è appena conclusa la cerimonia inaugurale dei Giochi Olimpici di Pechino e sono ancora abbagliata dalle immagini di fuochi d'artificio e danza.

Ricevo una cara telefonata che mi ispira una riflessione...
Ci penso un po'
Non mi basta
Apro un po' di libri, alcuni a caso, altri per scienza
non mi basta
Giro un po' per il web
Ancora non mi basta ma me lo faccio bastare altrimenti la serata non avrebbe fine.
Atene ha conquistato Pechino.
Atene ha conquistato Pechino?
Le immagini rimandano tamburi, china, danze tradizionali ma non mi sento in Cina.
Tra il pubblico T-shirt e bibite gassate, anche il presidente cinese indossa giacca e cravatta.
Dove sono finite le loro camiciole? Dov'è la loro billa cinese?
Fino a pochissimo tempo fa i cinesi ci erano sconosciuti, la Cina era una terra fantastica, popolata da mostri, saggia e per questo vicina al Paradiso terrestre.
Eppure furono loro gli inventori della carta, furono loro gli inventori della polvere da sparo, sembra che abbiano perfino inventato la mongolfiera.



Gavin Menzies, storico per passione, sostiene in un suo libro che i Cinesi scoprirono il Nuovo Mondo settanta anni prima di Colombo.

Il punto è che sono rimasti sconosciuti al mondo fino al momento in cui hanno deciso di indossare giacca e cravatta, di uniformarsi allo stile di vita occidentale.
Tutte le loro scoperte, le loro invenzioni se le sono tenute strette, le hanno covate e per questo non si sono evolute visto che all'alba del ventesimo secolo la Cina si poteva considerare un paese medievale,
La polvere da sparo che dicono di aver inventato ci è stata trasmessa dalle popolazioni del Medio Oriente ed è a loro che ne riconosciamo il merito, anche se solo una volta approdata in Europa questa invenzione ha potuto essere trasformata in uno strumento decisivo di potere mentre in Cina restava buona per i fuochi d'artificio... belli, sì ma sicuramente non incisivi dal punto di vista politico.
Menzies sostiene anche che fu grazie a disegni pervenuti da ambasciatori cinesi a Venezia, che Leonardo vide, che si entrò nel Rinascimento. Mi fa piacere, ma qual'è stato il rinascimento cinese? A cosa serve essere così brillanti quando si resta isolati. L'unico modo per progredire è quello di condividere le informazioni e le esperienze, è il dibattito, il confronto. Le idee crescono e si moltiplicano con la partecipazione.

Atene ha colonizzato Roma dalla quale è stata a sua volta colonizzata, così fece Roma con le popolazioni Germaniche che nel Medioevo ci conquistarono e che poi colonizzarono il Nuovo Mondo. Oggi il nuovo mondo ha colonizzato l'Europa e Pechino. Lo ha conquistato anche con il suo smog.

La domanda ora è se Pechino si lascerà colonizzare o se ci colonizzerà a sua volta


PS: Grazie a Pipo per l'ispirazione... a volte i pensieri restano lì e serve qualcuno che li sblocchi



Foto: Coca Cola, La grande Muraglia, Smog

domenica 6 luglio 2008

Ottobre piovono libri





Ho delle mie letture un ricordo impreciso, simile a quello dei paesi che ho attraversato e che riconosco senza sapere cosa me li fa riconoscere.
Edmond de Goncourt - Diario

Anche per Ottobre, piovono libri. I luoghi della lettura 2008 l’appello è rivolto a enti, istituzioni, associazioni, biblioteche e, in generale, a tutti coloro che lavorano per promuovere il libro e la lettura sul territorio. La campagna intende, infatti, dare visibilità a tutte le manifestazioni dedicate alla lettura e ai libri che si svolgono sul territorio italiano tra l’1 e il 31 ottobre 2008, nelle sedi più varie (piazze, teatri, scuole, centri per la terza età, strutture ospedaliere, comunità religiose, carceri, ecc) e nelle forme più diverse (notti bianche letterarie, distribuzione di un libro a tutti i cittadini, book crossing, incontri con autori, cene letterarie, tornei sportivi a ispirazione letteraria, ecc).
L’iniziativa e tutti i dettagli dell’evento dovranno essere comunicati alla segreteria organizzativa del Centro per il Libro, entro il 10 luglio 2008, utilizzando il modulo di adesione da compilare e inviare, con il relativo progetto, all’indirizzo e-mail iluoghidellalettura@exlibris.it e per posta a Ex Libris Comunicazione,Via Palazzo di Città 21 – 10122 Torino.
www.ilpianetalibro.it

Ogni luogo è un possibile luogo di lettura. Basta vederlo.

giovedì 3 luglio 2008

Prigioni



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Illudermi
ripingendo il passato
sforzarmi
a tenere gli occhi sul tempo felice che non era più
Ma, oh Dio, quante volte
dopo aver rappresentato
con amatissimo quadro
un tratto della mia più bella vita
dopo avere inebbiata la mia fantasia
fino a parermi ch'io fossi con le persone a cui parlava
mi ricordava repentinamente del presente
e inorridiva.
Silvio Pellico – Le mie prigioni

Ingrid Betancourt è stata liberata.
Ingrid Betancourt ha trascorso sei anni di prigionia.
Ingrid Betancourt è stata liberata.
I criminali in carcere hanno l’ora d’aria, hanno il conforto dei familiari, hanno la radio, la televisione, i libri, possono conquistarsi un’istruzione…
Silvio Pellico aveva quattro mura di grossa pietra, freddo in inverno, caldo in estate e umido sempre.
Il suo solo conforto era un libro, un libro come tanti, con tante pagine.
Era il suo solo compagno di cella, supporto nella solitudine.
E’ incredibile quanto mondo possa essere racchiuso nella dura copertina di un libro.
Chi sa se Ingrid Betancourt aveva un libro con sé.
L’avrebbe aiutata a sentirsi meno prigioniera.

Foto: Torre di Londra