lunedì 1 aprile 2019

Consigli per la storia 2: Storia d'Italia di Indro Montanelli






Consigli per la storia, ovvero come approcciarsi all'approfondimento storico in modo non traumatico
Prima del mitico Barbero, prima del fascinoso Alberto Angela c'era solo un uomo, il padre dei divulgatori italiani: Indro Montanelli.
La storia d'Italia di Montanelli, poi Montanelli-Gervaso, infine Montanelli-Cervi è un'opera monumentale che tratta la storia d'Italia dall'Alto Medioevo fino al 1997 cui si aggiungono due prologhi: Storia di Roma e Storia dei Greci.
La pubblicazione del primo volume risale al 1965 con Rizzoli e da allora continua a essere rieditata senza sosta sia in volumi singoli acquistabili in libreria sia in collane periodiche legate a quotidiani.
La veste grafica è cambiata negli anni adattandosi alle esigenze dei lettori fino a comprendere anche edizioni raffinate a cofanetto con segnalibro e miniature.
Nel 2013 Rizzoli ha provveduto a digitalizzare l'intera opera.

E' un'opera popolare, la prima vera opera di divulgazione storica. Lo stile è semplice, il commento didascalico e il tono a tratti ironico a tratti fustigatore. 
Il lettore moderno sentirà un po' di distanza dal linguaggio del Maestro ma ci si fa presto l'abitudine.

L'idea dell'opera gli fu suggerita da Dino Buzzati quando era direttore di La Domenica, doveva essere una storia di Roma a puntate ma ebbe talmente tanto successo che i lettori gli imposero di continuare.
Riporto qui sotto l'intervista che Montanelli rilasciò a Radiomontecarlo in cui al minuto 2 dichiara la genesi dell'opera.
Nella stessa intervista Montanelli dichiara che al tempo si rese conto che in Italia c'era un grande vuoto: l'uomo di cultura parlava solo all'uomo di cultura ed era incomprensibile al pubblico, Montanelli ha voluto parlare di cultura a un pubblico non erudito, con un linguaggio semplice e senza sottintendere nulla perciò questa collana è un atto di accusa contro una cultura che non ha saputo raccontare agli italiani nemmeno la loro storia.
L'obiettivo di Montanelli era, nel giornalismo e nei suoi libri, di spiegare: spiegare qualunque cosa, a volte persino ciò che lui stesso non riusciva a comprendere e, nel cercare la spiegazione per il pubblico, la trovava per sé.

  1. "Il problema risiede tutto nel linguaggio: se riusciamo a scrivere utilizzando il linguaggio del lettore questo seguirà. Il lettore ha fame di cultura in Italia perché nessuno gliela ha data, la cultura in Italia si è rinchiusa nella sua torre eburnea, arroccata perché ha orrore del contatto con il pubblico, si crede diminuita dal contatto con il pubblico. E' una cultura di cretini, sterile, chiusa in sé stessa e per questo noi non contiamo più nulla nel mondo. Non è più cultura: è mafia"



Una dichiarazione di Roberto Gervaso, rilasciata nel 2006 e pubblicata da AdnKronos, racconta il suo incontro con il grande giornalista e la nascita della loro collaborazione:
“Ricordo ancora, quando appena presi la maturità nel ‘56, chiesi a mio padre, come regalo per la promozione, la possibilità di andare a Roma a conoscere Montanelli, per me una divinità del giornalismo - spiega lo scrittore - Arrivato a Roma, il 29 luglio spedii una lettera a Indro in cui chiedevo di incontrarlo e, appena due giorni dopo, mi rispose fissandomi un appuntamento per una colazione. Da allora nacque un’amicizia e una stima che lo fece diventare il mio maestro del giornalismo e uno dei miei più grandi amici”.

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