sabato 24 febbraio 2018

Jane Austen: Amore e Amicizia - Meglio di Zelig

Jane Austen: Amore e amicizia

Devo aver tenuto questo libro da parte per davvero tanti anni prima di decidermi a leggerlo. In realtà mi rendo conto adesso che non ricordo affatto come questo libro sia arrivato nella mia biblioteca il che è davvero strano perché per ogni libro, o quasi, riesco a ricordare la città in cui è stato acquistato, il periodo, se non proprio l'anno, a volte riesco a ricordare il meteo del giorno o il mio umore... in genere quando adotto un nuovo libro l'umore è sempre alto.

Amore e Amicizia della Austen invece me lo sono ritrovato tra gli scaffali e mi guardava da anni, lo prendevo tra le mani, iniziavo a sfogliarlo ma ogni volta mi sentivo come può sentirsi chi si ritrova tra le mani il diario della madre da giovane (o della zia in questo caso): indiscreta, a disagio, a metà tra il colpevole e il voyeur, un'impicciona insomma. 
Poi la curiosità ha prevalso e una sera ho iniziato a leggere

Si tratta di racconti inediti, scritti giovanili non destinati alla pubblicazione dati in pasto al pubblico senza uno straccio di introduzione, come una pietanza fredda da buttar giù "sta' zitt e magna!". Eppure ci sarebbero tante domande e curiosità che non vengono soddisfatte e che bisogna appagare altrove...
Dei dieci scritti racchiusi in questo breve volume sei sono in forma epistolare. Perché proprio questa forma? La stessa forma epistolare la ritroviamo nel racconto Lady Susan pubblicato postumo, perché le opere pubblicate sono tutte sotto forma di romanzo? Quando ha smesso di scrivere lettere e iniziato a scrivere romanzi?
Che studi faceva Jane Austen? Quali studi di storia o di letteratura? Tra questi scritti vengono citati il Werther di Goethe, il Cardinale Wolsey, consigliere all'epoca di Enrico VIII, vendono citati Sheridan e Villiers, drammaturghi inglesi rispettivamente di Settecento e Seicento, una breve nota a pie' di pagina ci dice che Sheridan era uno degli autori portati in scena in casa Austen ma non ci dice i temi delle rappresentazioni e sarebbe proprio questa la parte di maggior interesse visto che in tutta la sua produzione la Austen ricalca, mettendoli alla berlina, proprio i temi del pathos, del sentimentalismo e del perbenismo descritti da Sheridan.
Nello scritto sulla storia d'Inghilterra si fa ovviamente riferimento alla religione, chi ha un minimo di conoscenza della storia d'Inghilterra sa che non si può prescindere dal tema religioso. Che educazione aveva la Austen in materia di religione?
E più in generale come era l'educazione delle giovani donne a fine Settecento?
A tutte queste domande il lettore curioso deve trovare risposta altrove. Peccato

Nonostante la mancanza di introduzione però il libretto risulta godibilissimo, soprattutto i primi tre scritti: i due racconti epistolari "Amore e Amicizia" e "Lesley Castle" e "La Storia d'Inghilterra" 

Amore e Amicizia

Il racconto epistolare rivela nella quindicenne Jane Austen un umorismo degno dei migliori sketch televisivi. Rivisita tutti gli stereotipi letterari dell'epoca infarciti di pathos, esotismo, fughe rocambolesche e riconoscimento di parenti perduti da tempo svelandone i paradossi e le esagerazioni. Persino nelle raccomandazioni non riesce a trattenere l'umorismo:
"Guardatevi, Laura mia (diceva spesso) Guardatevi dalle insulse Vanità e dalle vane dissolutezze della Capitale dell'Inghilterra; Guardatevi dagli insensati Lussi di Bath e dal fetido pesce di Southampton."

L'Esotismo
Terza lettera: "Mio Padre era originario dell'Irlanda e viveva del Galles; mia Madre era la Figlia naturale di un Pari di Scozia e di una ballerina italiana dell'Opera - io sono nata in Spagna e sono stata educata in un Convento in Francia."
In tre righe si apre e chiude il giro dell'Europa, nessuna di queste informazioni sarà rilevante ai fini della storia ma il solo fatto di metterli denota un'attenzione nei confronti della narrativa dell'epoca infarcita di personaggi esotici.

Il Pathos
La Quinta lettera è la madre di tutte le scene da telenoveas poi riprese in chiave comica dal trio Lopez Marchesini Solenghi in molti spettacoli teatrali. Chi ha visto il trio in tv o in teatro e legge questo libro non può assolutamente rimanere impassibile, alla mente torna il volto di Anna Marchesini che dice "suonano alla porta... chi sarà?" e lì è davvero difficile trattenere la risata. Per rinfrescare la memoria date un'occhiata qui.


E pathos alla fine del Settecento significa soprattutto svenimenti. Le donne svengono di continuo, rigorosamente sul sofà, passando velocemente dal pathos al patetico.
Mai avevo visto una Scena così affettuosa come quella dell'incontro tra Edward e Augustus. "Vita mia! Anima mia!" (esclamò il primo). "Angelo mio adorato!" (replicò il secondo) mentre si slanciavano l'uno nelle braccia dell'altro. - Era troppo commovente per i sentimenti miei e di Sophia - Svenimmo a turno sul Sofà.
E bisogna essere davvero rigorosi nella scelta del luogo dove svenire perché se per caso capita di farlo in strada le conseguenze potrebbero essere tragiche.

Fughe rocambolesche
Per tutto il racconto ritorna il tema del matrimonio combinato, disprezzato per principio più che per necessità come si intuisce dalle parole del nobile Lindsay:
"No, mai esclamai. Lady Dorothea è deliziosa e attraente; non pongo nessun'altra donna al di sopra di lei; ma sappiate signore, che disprezzo l'idea di sposarla per compiacere i vostri desideri. No! Non sia mai detto che io mi pieghi a mio Padre."
Questa opposizione al matrimonio combinato porterà a una serie di sciagure, fughe, smarrimenti e ritrovamenti di parenti lungo il cammino. I protagonisti sono sempre in movimento da un punto all'altro alla ricerca di una stabilità che nessuno può offrire.

Ipocrisia, bigottismo e pregiudizi sono qui portati all'estremo, i valori sono totalmente ribaltati: sir Edward è una persona orribile perché russa e perciò in grado di commettere qualsiasi nefandezza, Laura e Sofia rubano a Macdonald ma dato che questi è giudicato da loro persona cattiva non si possono biasimare, i due giovani Philander e Gustavus lasciano le madri morire di fame e vengono considerati "amabili giovani". C'è un'ironia che a tratti ricorda don Chisciotte, a tratti Gargantua regalando al lettore pagine di pura goduria.

Lesley castle

Molto simile al precedente racconto epistolare nella forma e nel soggetto, nello svelare le ipocrisie e il ribaltamento dei valori della letteratura contemporanea. Il racconto è un susseguirsi di pettegolezzi, malignità e idiozie.
Questo scritto riesce a raggiungere lo zero comico assoluto di livello tafazziano
Hervey era stato disarcionato da cavallo, si era fratturato il cranio ed era stato dichiarato in imminente pericolo di vita dal chirurgo.
"Buon Dio! (ho detto) ma dici sul serio? Perché in nome del cielo che ne sarà di tutte le cibarie! Non riusciremo mai a mangiarle prima che si guastino. Comunque, chiederemo al chirurgo di darci una mano -. Con il filetto posso farcela da sola; la mamma mangerà la minestra, e tu e il dottore dovrete finire il resto."
...
Abbiamo pensato che la cosa migliore da fare era iniziare immediatamente a mangiarle, e di conseguenza ci siamo fatte portare il prosciutto freddo e il pollame, e abbiamo immediatamente dato il via al nostro progetto di smaltimento con grande alacrità.
E di lì si susseguiranno fino alla fine del racconto riferimenti al cibo e alla necessità impellente di mangiare tutto quello che era stato preparato per il banchetto di nozze, impresa assai ardua.

La storia d'Inghilterra dal regno di Enrico IV alla morte di Carlo I

L'intento è chiaro e ribadito più volte: 
Di uno Storico parziale, prevenuto e ignorante schierato dalla parte degli Stuart e degli York si accanisce ovviamente contro Tudor e Lancaster.
Enrico V
L'unico pregio di un Tudor (Enrico VIII) viene riportato così:
Nulla può dirsi in sua discolpa, se non che l'abolizione degli Edifici Religiosi e il loro abbandono al rovinoso saccheggio del tempo è stato qualcosa di infinitamente utile al paesaggio Inglese nel suo complesso, il che è stato probabilmente il motivo principale per cui lo fece, altrimenti perché un Uomo che non aveva Religione si sarebbe preso la briga di abolirne una che da Secoli era radicata nel Regno?
Enrico IV
Per il resto dei Tudor solo critiche
Riguardo Enrico VI (Lancaster)
Immagino sappiate tutto circa le Guerre tra lui e il Duca di York che era dalla parte della ragione; se non lo sapete, avreste fatto meglio a leggere qualche altro trattato di storia, poiché non mi dilungherò molto su queste cose, che intendo usare solo per sfogare il mio astio contro, e mostrare il mio odio per tutti coloro le cui fazioni o idee non si adattino alle mie, e non per fornire informazioni.
e ancora
Il motivo principale per cui ho intrapreso questa Storia dell'Inghilterra era di dimostrare l'innocenza della Regina di Scozia, il che mi lusingo di aver fatto in modo efficace, e di maltrattare Elisabetta, anche se non sono del tutto soddisfatta in merito a quest'ultima parte del progetto.

Trovo molto carino inoltre che nel manoscritto vi siano 13 medaglioni ad acquerello per 13 monarchi, manca Edoardo V di cui Jane dice 
Elisabetta I
Questo sfortunato Principe visse così poco che nessuno ebbe il tempo di fare il suo ritratto
e la cosa curiosa è che sono ritratti in abiti settecenteschi cosicché Elisabetta I ricorda l'immagine a noi tramandata di Maria Antonietta, Enrico IV ricorda Luigi XVII ed Enrico V Napoleone.

Insomma, il libro è un piccolo capolavoro di ironia e arguzia, piccolo assaggio di quanto si ritrova nei romanzi pubblicati.

Devo essere sincera: dopo aver letto gli inediti del Verga e di Kafka avevo paura di ritrovarmi di fronte all'ennesima delusione e sono rimasta piacevolmente stupita dalla freschezza e leggerezza di una giovanissima Austen, un po' acerba forse ma decisamente divertente.

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