venerdì 23 febbraio 2018

Camilla Baresani - Il piacere tra le righe




Rilettura.
Avevo necessità di qualcosa, qualcuno che mi parlasse di libri e ho riscoperto questo libricino già letto nel 2003, acquistato in una libreria ben fornita di Sacile o Pordenone in un'epoca cioè in cui le librerie straripavano di letture interessanti, un'epoca che mi ha fatto scoprire la Byatt, Roth, Coetzee, roba che se oggi la cerchi in libreria ti guardano strabuzzando gli occhi.

Riprendo il libricino tra le mani perché non ricordavo affatto di cosa parlasse, libri ovviamente ma come? Avevo rimosso. Deve esserci un limite di capacità nel cervello umano superata la quale decide autonomamente di buttar fuori informazioni senza chiederci prima cosa vogliamo tenere e cosa vogliamo buttare. il mio cervello aveva deciso di buttare fuori Camilla Baresani... e forse non aveva tutti i torti.

Dico subito che il libretto di 120 pagine è scritto talmente grande e con i margini talmente larghi che un lettore di media velocità potrebbe impiegarci due ore massimo a terminarlo, è zeppo di citazioni di libri, lunghe citazioni, che aiutano ulteriormente a riempire spazio e tempo, il tutto per giustificare i 6,50€ del prezzo di copertina. 
Purtroppo quei 6,50€ non li vale.


In generale è un libretto abbastanza banale sul leggere, su quanto sia bello isolarsi con un libro per poi tornare nel mondo più sereni e più preparati ad affrontarlo.

Però... 
La generale abbondanza di spazio agevola le note a margine
C'è un però!
C'è che proprio la banalità di questi pensieri riescono a far sentire il lettore accanito a casa, soprattutto il lettore cartaceo, quello che legge con la matita in mano, lo fanno sentire rassicurato, coccolato, abbracciato, come una mamma che dice "Sei diverso se ti piace startene da solo a casa con un libro ma non sei il solo e va bene così, tanti altri sono come te, non ti crucciare"

Insomma è banale, non necessario e un po' paraculo, scritto nel 2003 oggi probabilmente starebbe tutto contenuto in una fanpage di Facebook.

Cosa si salva?

Si salvano alcune citazioni di Woody Allen 
"Ho fatto un corso speciale per aumentare la velocità di lettura e ho letto Guerra e Pace in venti minuti. Parla della Russia".
e la suggestiva citazione di Lolita di Nabokov, rigorosamente in lingua originale per poterne apprezzare e godere fino in fondo la musicalità, le allitterazioni, le assonanze lussuriose
"Lolita, light of my life, fire of my loins. My sin my soul. Lo-lee-ta: the tip of the tongue taking a trip of three steps down palate to tap, at three, on the teeth. Lo. Lee. Ta".

Si salva la necessità della matita e della sottolineatura come fedeli compagni di lettura e non complici di omicidio, si salva la menzione della cattiva scrittura paragonata al cibo da fast food, in questo caso la definizione era di Norman Mailer e riferita a Stephen King.

Si salva la letteratura come aiuto "a convivere meglio con gli altri, con chi è diverso da noi, con chi abbiamo già avuto modo di incontrare e conoscere sulle pagine dei libri: serve ad aprire spiragli di consapevolezza, a conciliare": quando leggiamo non ci ergiamo mai a giudici di personaggi e fatti ma siamo semplicemente testimoni. Leggendo abbiamo conosciuto Kurtz di Conred e quel brivido lungo la schiena probabilmente non era solo orrore ma anche seduzione, abbiamo conosciuto Edmond Dantes e lo abbiamo giustificato nonostante la sua vendetta avesse ripercussioni terribili anche nelle vite di innocenti, abbiamo conosciuto Jago e il suo tormento.  "Il lettore deve essere pronto a impietosirsi, a pretendere da un libro non solo concetti alti ma anche le più minute esperienze quotidiane, deve lasciar libero lo sguardo senza traccia di amor proprio (...) sarà in contatto con il mondo senza inaridirsi, sarà spronato a pensare qualcosa di nuovo".
La Baresani lo definisce turismo umano e trovo sia una definizione azzeccatissima!

"Una sorta di safari (...) permettiamo ai personaggi atteggiamenti e azioni che a un famigliare non permetteremmo mai".Si salva il continuo riferimento alla ricerca del posto ideale per la lettura: treno, letto, divano, parco...

E si salvano di nuovo le citazioni:
Cesare Pavese: “Leggendo non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma. Ci colpiscono degli altri le parole che risuonano in una zona già nostra – che già viviamo – e facendola vibrare ci permettono di cogliere nuovi spunti dentro di noi.” (3 dicembre 1938)

Perciò grazie Camilla per le citazioni e grazie per non avermi fatto sentire sola, per avermi dimostrato che ancora oggi, con tutte le distrazioni che ci circondano, c'è ancora chi legge, legge tanto e, a volte, lo preferisce al contatto umano. Nel 2003 forse aveva un senso questo libro, oggi i social sono pieni di gruppi di lettura perciò, come direbbe Jane Austen in una sua lettera "Adieu".

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