Immagine: illustrazione di Gustave Doré |
Cappuccetto Rosso è un racconto di tradizione popolare che ha conosciuto numerose varianti nel corso dei secoli, si ritrovano tracce della storia sparse per l'Europa risalenti fino al XI secolo. In una di queste versioni orali tramandate il Lupo, arrivato a casa della nonna, la divora lasciandone tuttavia un po' da parte. Quando Cappuccetto Rosso arriva il Lupo offre alla bambina un po' di carne e vino, corpo e sangue della nonna.
In Italia si conoscono tre versioni regionali di questa fiaba: una abruzzese e una lombarda.
La finta nonna, fiaba di origine abruzzese, narra di una bambina mandata dalla nonna a svolgere una commissione. Durante il tragitto deve attraversare il Fiume Giordano e la Porta Rastrello che, per farla passare, le chiedono di avere un po' del cibo che sta portando alla nonna.
Una volta arrivata a destinazione trova, un'Orchessa che la nonna se l'era mangiata tutta intera tranne i denti, messi a bollire in un pentolino, e le orecchie, che aveva fatte fritte. L'Orchessa, non riconosciuta dalla nipote, invita la bambina a mangiare quello che cuoce sul fuoco ma la bimba declina e s'infila nel letto con quella che crede sua nonna. Nota le mani e il petto peloso ma l'Orchessa, con una scusa, la convince che è tutto normale, quando però si accorge che l'Orchessa ha una coda si insospettisce e, con la scusa di dover fare i bisogni esce dal letto e scappa. Tornando a casa deve percorrere lo stesso tragitto dell'andata e il fiume, riconoscente verso la bambina, che aveva diviso con lui la merenda, la lascia passare ma sommerge l'Orca e la trascina lontano.
E' singolare notare come, con un atteggiamento molto mediterraneo, la bambina sulla riva si soffermi a "prendere a sberleffi" l'Orchessa che viene trascinata dalla corrente del Fiume Giordano.
Nella versione lombarda, "Il lupo e le tre ragazze", originaria dell'area del Lago di Garda, si parla di tre sorelle che si devono recare dalla mamma malata per portarle generi di conforto, due sorelle si lasciano spaventare da un lupo che sbarrò loro la strada, la terza, prima di partire, cuoce una torta piena di chiodi, e quando viene bloccata nella foresta dal lupo, gli dà da mangiare la torta chiodata. Il lupo però trama vendetta, si reca dalla mamma malata, la inghiotte tutta intera e si mette nel letto al suo posto. Quando la fanciulla arriva a casa della mamma viene anche lei mangiata dal lupo ma gli abitanti del paese, impauriti nel vedere un lupo in città, lo uccidono, gli aprono la pancia salvando madre e figlia.
Anche in questa versione si può sottolineare l'arroganza della bambina che, tornata a casa con la mamma, sottolinea il suo successo a fronte del fallimento delle sorelle.
Fu Charles Perrault a rendere celebre la fiaba di Cappuccetto Rosso trascrivendola nei suoi "Racconti di mamma Oca" del 1697. In questo racconto viene congelata le versione che vede la mamma di Cappuccetto inviare la figlia dalla nonna malata. Cappuccetto incontra il Lupo che si mostra amichevole nei confronti della bambina, tanto da farle rivelare dove viva la nonna. Si lasciano con una sfida a chi arriva primo dalla nonna. Il Lupo è più veloce, arriva a casa della vecchietta, la mangia in un sol boccone e aspetta la bambina che avrà la stessa sorte della nonna.
In questa versione non c'è salvezza: nonna e nipote muoiono nella pancia del Lupo e Perrault conclude con tono moraleggiante:
"Da questa storia si impara che i bambini, e specialmente le giovanette carine, cortesi e di buona famiglia, fanno molto male a dare ascolto agli sconosciuti; e non è cosa strana se poi il Lupo ottiene la sua cena. Dico Lupo, perché non tutti i lupi sono della stessa sorta; ce n'è un tipo dall'apparenza encomiabile, che non è rumoroso, né odioso, né arrabbiato, ma mite, servizievole e gentile, che segue le giovani ragazze per strada e fino a casa loro. Guai! a chi non sa che questi lupi gentili sono, fra tali creature, le più pericolose!"
La versione dei Fratelli Grimm, "Kinder und Hausmarchen", ricalca la storia come viene narrata da Perrault ma la tramanda con un finale diverso: il Lupo, dopo aver mangiato nonna e nipote, si mette a dormire russando rumorosamente, questo insospettisce un cacciatore che entra in casa della nonna per accertarsi che stia bene e trova al suo posto il lupo con la pancia piena. Insospettito apre la pancia del Lupo dalla quale escono nonna e nipote, al loro posto vengono messe delle grosse pietre e per il grande peso il Lupo, fermatosi a bere al fiume, viene trascinato nelle acque e muore.
Nella redazione della loro versione, i Fratelli Grimm raccolsero in verità due versioni tedesche, una delle due versioni fu trasformata nella storia principale, l'altra nel seguito che vede nonna e nipote nuovamente minacciate da un lupo ma, avendo fatto tesoro della precedente esperienza, riescono a trarlo in inganno e ucciderlo.
Nei precedenti post dedicati alle fiabe non mi sono soffermata, volontariamente, sulle interpretazioni che sono state loro date, soprattutto nel XX secolo, e non lo farò neanche questa volta ma c'è da riportare almeno il fatto che questa fiaba, vuoi per il colore rosso del cappuccio, vuoi per l'antitesi bosco-villaggio, vuoi per la figura maschile del cacciatore, sia stata la più soggetta ad analisi psicologiche, sociali e sessiste. Ho letto cose atroci a riguardo e ve le risparmio di cuore, lasciandovi solo solo immaginare come possa essere l'interpretazione chimico-metallurgica di questa fiaba.
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