domenica 25 gennaio 2009
Psicopatologia del libro stampato
martedì 20 gennaio 2009
Ei sarà
La procellosa e trepida
gioia d'un gran disegno,
l'ansia d'un cor che indocile
serve, pensando al regno;
e il giunge, e tiene un premio
ch'era follia sperar;…
Alessandro Manzoni – Il Cinque Maggio
Me ne sono stata per un po’ a pensare se fosse il caso di scrivere oggi del fatto del giorno.
Poi mi è venuta in mente quella pagina dei diari di Luigi XVI in cui, alla data del 14 luglio 1789, scrisse “Nulla”.
Ho ascoltato per radio il giuramento di Barack Hussein Obama, 44° presidente degli Sati Uniti d’America. Ho fatto in tempo ad arrivare a casa per vedere la fine del suo discorso di insediamento tenuto davanti a duecentocinquantamila persone e davanti al mondo. Sono andata su Facebook (che tanto ormai è citato pure dai giornali, e allora lo cito anch’io) e ho trovato i miei amici commossi.
Ma commossi da cosa?
Non mi capacito di questa attesa messianica che ha travolto il mondo.
Siamo davvero così stanchi che aspettiamo la venuta di un nuovo Salvatore?
Forse che quello che è già venuto non ci è bastato?
Ce lo siamo dimenticato?
Sicuramente, se dovessi immaginare un uomo destinato a cambiare il mondo preferirei che fosse vestito in giacca e cravatta e non di una tunica, oggi, probabilmente, l’uomo in tunica verrebbe additato come un folle.
Ma perché noi che siamo bianchi e italiani poniamo tante speranze in un americano di colore?
Dal settembre 2001 ci siamo resi conto che ciò che accade negli Stati Uniti accade anche in Italia, e la campagna elettorale di Obama è stata una campagna planetaria, ce lo siamo quasi visto in casa a stringere mani e baciare bambini con i suoi viaggi in Europa. Abbiamo commentato, più che in ogni altra elezione presidenziale statunitense, la formazione del suo governo e il suo mangiare in una rosticceria qualsiasi.
Pare davvero che lo abbiamo eletto noi.
E viviamo in questa sorta di aura magica che ricorda tanto le attese dei grandi eventi di ognuno di noi: un concerto, l’esame di maturità, un viaggio.
Ma che ci fa questo Obama?
Che ci ha fatto?
In che modo ci ha stregati?
Non sono portata a giudicare gli uomini per le loro idee e preferisco farlo per le loro azioni.
Per questo prendo di nuovo in prestito le parole del Manzoni e lascerò al mio giudizio di qui a dieci anni il compito di stabilire se la sua sarà stata vera gloria.
Per il momento mi godo la visione di questa folla che inonda Washington, commossa, in attesa.
martedì 13 gennaio 2009
Assenza obbligatoria
sabato 3 gennaio 2009
Where the Hell is Matt? (2008)
Buon anno a tutti.
Di sicuro i viaggi danzanti di Matt intorno al mondo non sono una novità dopo che sono stati riportati da giornali e televisione.
Lo riporto anch'io su queste pagine come augurio pe un sereno 2009, a passo di danza e tempo di musica.
E' che c'è qualcosa di magico, di ipnotico e commuovente in questo ballerino che percorre il mondo con il suo stacchetto, sempre uguale, sempre sorridente, solo o circondato da bambini, tra monumenti antichi e nuovi, nell'attualità di Panama e dei suoi container, a gravità zero con gli astronauti della NASA o con le ballerine indiane.
Non so perché ma c'è poesia in tutto questo ed è con la poesia che voglio aprire questo 2009, con la speranza che Matt venga a ballare anche qui da noi.