La procellosa e trepida
gioia d'un gran disegno,
l'ansia d'un cor che indocile
serve, pensando al regno;
e il giunge, e tiene un premio
ch'era follia sperar;…
Alessandro Manzoni – Il Cinque Maggio
Me ne sono stata per un po’ a pensare se fosse il caso di scrivere oggi del fatto del giorno.
Poi mi è venuta in mente quella pagina dei diari di Luigi XVI in cui, alla data del 14 luglio 1789, scrisse “Nulla”.
Ho ascoltato per radio il giuramento di Barack Hussein Obama, 44° presidente degli Sati Uniti d’America. Ho fatto in tempo ad arrivare a casa per vedere la fine del suo discorso di insediamento tenuto davanti a duecentocinquantamila persone e davanti al mondo. Sono andata su Facebook (che tanto ormai è citato pure dai giornali, e allora lo cito anch’io) e ho trovato i miei amici commossi.
Ma commossi da cosa?
Non mi capacito di questa attesa messianica che ha travolto il mondo.
Siamo davvero così stanchi che aspettiamo la venuta di un nuovo Salvatore?
Forse che quello che è già venuto non ci è bastato?
Ce lo siamo dimenticato?
Sicuramente, se dovessi immaginare un uomo destinato a cambiare il mondo preferirei che fosse vestito in giacca e cravatta e non di una tunica, oggi, probabilmente, l’uomo in tunica verrebbe additato come un folle.
Ma perché noi che siamo bianchi e italiani poniamo tante speranze in un americano di colore?
Dal settembre 2001 ci siamo resi conto che ciò che accade negli Stati Uniti accade anche in Italia, e la campagna elettorale di Obama è stata una campagna planetaria, ce lo siamo quasi visto in casa a stringere mani e baciare bambini con i suoi viaggi in Europa. Abbiamo commentato, più che in ogni altra elezione presidenziale statunitense, la formazione del suo governo e il suo mangiare in una rosticceria qualsiasi.
Pare davvero che lo abbiamo eletto noi.
E viviamo in questa sorta di aura magica che ricorda tanto le attese dei grandi eventi di ognuno di noi: un concerto, l’esame di maturità, un viaggio.
Ma che ci fa questo Obama?
Che ci ha fatto?
In che modo ci ha stregati?
Non sono portata a giudicare gli uomini per le loro idee e preferisco farlo per le loro azioni.
Per questo prendo di nuovo in prestito le parole del Manzoni e lascerò al mio giudizio di qui a dieci anni il compito di stabilire se la sua sarà stata vera gloria.
Per il momento mi godo la visione di questa folla che inonda Washington, commossa, in attesa.
Mi piace il tuo pensare, il tuo ragionare. E pensaree che la storia è quel ciclo in cui gli uomini credono sempre che il futuro sarà migliore. E il presente? Perché si deve credere nel futuro - quel futuro che mai arriverà - e il presente che viviamo?
RispondiEliminaObama, 44° presidente, poi verrà il 45° e via dicendo: il potere fa i conti con i numeri, con l'economia, con i dollari, non con gli uomini, gli uomini sono solo mezzi.
Spero solo non preparino un'altra guerra, stavolta sarà grande, davvero grande.
Rino, fiducioso dell'oggi.
Cara Tata,
RispondiEliminala verita' e' una sola e non e' bella...Al mondo in generale effettivamente manca un leader, noi in Italia non ne abbiamo uno dalla notte dei tempi, quindi e' ovvio che tutti si aspettino tanto da questo carismatico personaggio che un' impresa non indifferente l'ha gia' compiuta comunque vadano le cose...
Si e' fatto eleggere Presidente degli Stati Uniti contro ogni immaginabile pronostico...
A me il personaggio piace, per il suo carisma, la sua chiarezza e anche un po' di semplicita' che non guasta, sara' comunque la prova dei fatti che ci dira' chi e' Barack H. Obama
Una previsione pero' mi sento di farla...Sicuramente non sara' una sciagura come "L'amico George" e questo di suo gia' mi fa dormire sonni piu' tranquilli...
Poi che sia abbronzato oppure no questo non cambia assolutamente niente, il colore della pelle non ha per me nessuna importanza...
Se vogliamo chiudere con una battuta potremmo dire che se ci dovesse essere un altro messia il fatto di essere abbronazato e' una buona partenza...
Come sai quello di 2000 anni fa un po' abbronzato lo era sicuramente anche se ci si ostina a rappresentarlo bianco...
Ciaooo
Ale
Rino è riuscito a cogliere quello che neanche io sapevo di aver detto: mi piace il presente.
RispondiEliminaForse perché è l'unica cosa che conosco e perché il mio passato (popolato di Chernobyl, guerra fredda, guerra in Irak(1), Tangentopoli, Brigate Rosse) non è davvero entusiasmante.
Questo presente di nulla è, nonostante la noia, rassicurante.
Tutti e tre siamo d'accordo nel pensare che il peggio (Bush) è passato, spero che passi anche quel clima di terrore che ha cotraddistinto la sua politica... magari un presidente meno legato alle industrie degli armamenti può risparmiarci il clima pesante che si è respirato fin'ora.
Come ho detto nel post mi permetterò di farmi un'idea su Obama tra cinque anni (o nove se lo rieleggono).
Per il momento sto a guardare.
Però ammetto che davanti alle immagini di lui che giurava un po' mi sono commossa anch'io.