L'Italia antica e ridente mi offrì la folla dei suoi capolavori.
Con quale orrore santo e poetico non vagabondai in quei vasti edifici che le arti hanno consacrato alla religione!
Che labirinto di colonne!
Che succedersi d'archi e di volte!
Che bei suoni si odono attorno alle cattedrali. Simili al rumore dei flutti nell'oceano, al mormorio dei venti nelle foreste, o alla voce di Dio nel suo tempo.
"René" - Chateaubriand
Da quale armonia di colori e di sapori dovevano venire investiti gli autori del Grand Tour che per la prima volta, con il solo ausilio delle letture passate e dei racconti degli amici, si introducevano nel panorama italico.
Lo stupore di paesaggi rigogliosi come se ne leggeva nei racconti esotici, il fascino delle pietre scaldate al sole, il profumo di tigli e oleandri... io mi ci perdo ancora, lascia ancora senza fiato.
L'aria che muta colore al volgere del sole, azzurra, gialla, rossa, rosa... e poi buio, le strade illuminate da luci fioche, poi da nessuna luce, poi silenzio e quiete e cielo nero, poi le stelle che descrivono storie nel cielo, lo stesso cielo in tutta Europa, che riporta a casa.
Foto: Senigallia
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