Gregor Samsa una mattina si sveglia e si scopre trasformato in un enorme insetto.
Gregor è uno che si è sempre dato da fare per la famiglia: da quando la ditta del padre è fallita ha iniziato a lavorare duro per garantire ai suoi genitori e alla sorella una vita dignitosa.
È il solo in casa che lavori: la sorella è molto giovane, la madre bada alla casa e il padre trascorre le sue giornate pigre in casa.
Una mattina Gregor Samsa si sveglia e la prima cosa che pensa è che farà tardi al lavoro, pensa a quali treni gli restino da prendere e a cosa dire al suo datore di lavoro per giustificare la situazione.
Finalmente apre la porta e trova la sua famiglia ad attenderlo insieme al suo datore di lavoro, quest'ultimo fugge disgustato mentre il padre lo ricaccia violentemente nella sua stanza e la madre giace svenuta per terra.
Dei tre solo la sorella, l'amata sorella, prova ad aiutarlo davvero: gli porta il cibo nella stanza, gli toglie alcuni mobili che potrebbero impacciarlo nei movimenti ma non vuole vederlo e lui, per delicatezza, si fa trovare sempre coperto da un lenzuolo: non vuole turbarla con il suo aspetto.
Con il trascorrere del tempo anche la sorella lo abbandonerà: continuerà a portargli cibo con sempre minor cura, la sua camera non verrà più riordinata anzi, diventerà uno sgabuzzino dove gettare alla rinfusa tutto quel che in casa non si desidera più, compresa la spazzatura. E alla fine sarà proprio la sorella a parlare ai suoi genitori della necessità di porre fine a quella situazione con ogni mezzo.
Nel frattempo, spinti dalla necessità di guadagnare qualcosa, tutti e tre i familiari inizieranno a lavorare riacquistando quella dignità che il loro parassitismo aveva trascurata.
Nascosto alla vista Gregor prova a comunicare con la sua famiglia ma senza successo: la sua voce è "mescolata a un irreprimibile, lamentoso pigolio che lasciava alle parole la loro chiarezza solo nei primissimi istanti per distruggerla poi a tal punto nella risonanza da far dubitare."
Gregor non riconosce la propria voce e la sua famiglia neanche lo sente. L'incomunicabilità è totale.
Ho trovato La Metamorfosi angosciante, terribilmente angosciante. Mi sono immaginata questo commesso che si sbatte da mattina a sera che un giorno smette di darsi da fare... Non è davvero una rinuncia volontaria ma mi dà l'impressione che sia suo desiderio inconscio porre fine a questa esistenza da carcerato: nel suo rimarcare la sua attività contrapposta al parassitismo dei suoi è come se ci fosse un intento punitivo, tipo "vediamo come ve la cavate senza di me" e la verità è che se la cavano e se la caveranno benissimo e tutti i suoi sacrifici risulteranno inutili, il suo intento di svegliarli dannoso solo a sé stesso.
La disumana indifferenza dei suoi familiari vince e Samsa verrà prima accantonato, se ne libereranno e infine, probabilmente, verrà dimenticato. Questo era il finale che non piaceva a Kafka e che è invece perfetto: Gregor si riteneva necessario, indispensabile... La verità è che nessuno lo è davvero: che l'uomo esista o no è indifferente.
L'uomo non ha più valore come individuo, lo ha fintanto che rimane ingranaggio di una macchina e nel momento in cui quell'ingranaggio si spezza, l'individuo diventa inutile.
La stessa utilità sociale che l'individuo trova nel suo essere parte dell'ingranaggio, quel senso di appartenere a qualcosa di importante, di contribuire a qualcosa di importante, è esso stesso una prigione dalla quale non si può fuggire se non con la rinuncia alla propria umanità, agli affetti, alle relazioni che legano tra loro gli esseri umani.
Gregor spezza quel legame con la trasformazione in insetto e la spezza fisicamente e verbalmente: le sue parole non vengono percepite dai suoi familiari, è il terrore più grande:q di non essere compresi, è l'isolamento totale.
Eppure la fine di Gregor non è tragica: tragica è la sua esistenza. Kafka ha riservato a Gregor pace e riconciliazione e la serenità che gli è mancata in vita. Il peso della sua condizione è in quel senso di claustrofobia e di isolamento viene riversato sul lettore che si interrogherà sul significato di questa metamorfosi, sul suo essere ingranaggio o insetto, sull'efficacia della comunicazione.
Il disagio dell'individuo che si scopre parte del meccanismo verrà ricordato, anni più tardi, da un altro grande, grandissimo interprete dell'incomunicabilità e dell'assurdo: Albert Camus. Ecco, bisogna immaginare Gregor, alla fine, felice
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