sabato 8 settembre 2018

Elizabet Gaskell Nord e Sud: un Orgoglio e Pregiudizio in salsa socialista da leggere




Orgoglio e Pregiudizio in salsa industriale.
Non lo ha ancora detto nessuno vero?
In effetti molto sembra già letto e assimilato: lei bella, buona e virtuosa, lui forte, risoluto e scontroso.
Pregiudizi che nascono a causa della mancata comunicazione e orgoglio che attanaglia i protagonisti che vorrebbero tanto mettere al corrente lui/lei della verità, di quanto siano buoni e leali ma, ahimè, non ce la fanno proprio.
Dal punto di vista del pathos... non ci siamo: le donne continuano a svenire qua e là come nelle pièces di Sheridan di fine Settecento e ci sono decisamente troppe morti, neanche lo zio Martin ucciderebbe così tanta gente;  la Gaskell ogni volta cade nel patetico scrivendo quella parola in più, quella frase in più che stride come cardine mal oliato e porta l'angolo della bocca del lettore ad arricciarsi all'insù quando invece vorrebbe suscitare commozione.
Altro eccesso fastidioso è l'ossessione dell'autrice nei confronti della sua protagonista: Margareth viene descritta da tutti i personaggi a turno e tutti sono ammaliati, deliziati, commossi, inteneriti, affascinati, prostrati dinanzi a lei... Pesantuccio.

Tuttavia c'è tanto di buono in questa melassa e probabilmente il mio incipit negativo è dovuto a un leggero senso di delusione generato da aspettative troppo alte: non è Dickens e non è la Austen, facciamocene una ragione!

Nord e Sud è il racconto di uno scontro tra due società agli opposti: il lento, malinconico, saggio Sud agricolo in contrasto con il frenetico, forte, prosaico Nord industriale (impossibile non pensare ai tantissimi punti di contatto con la storia italiana degli ultimi centocinquanta anni).
E' il racconto di un secondo scontro: quello tra padroni e lavoratori.
E un terzo scontro: tra i lavoratori all'interno del sindacato.
E un quarto scontro all'interno del cristianesimo tra anglicani, calvinisti, puritani e cattolici (o papisti).
Una matrioska di conflitti latenti, polveriera accesa dall'incomprensione e dalla mancanza di dialogo.
Il merito della Gaskell è soprattutto quello di affrontare questi conflitti attraverso il dialogo, le parti dialogate sono a mio parere le migliori di tutta l'opera, la mediazione di Margareth e di suo padre, il reverendo Hale, tra le diverse parti dello scontro porta allo scioglimento dei nodi.
Di fronte alla spiegazione delle dinamiche di contrapposizione tra classe operaia e proprietario della fabbrica il reverendo Hale non può non domandare "E' proprio necessario chiamarla lotta tra le due classi?" L'ex reverendo del Sud non ama la parola "lotta" e si impegnerà, insieme alla figlia, a condurre al dialogo i diversi fronti.
E' un messaggio universale, applicabile a tutte le situazioni in cui due realtà diverse vengono in contatto: l'ostilità dovuta alla mancanza di comprensione, la necessità di dialogo per scoprire che l'altro è solo una versione diversa di noi e che paure e desideri sono gli stessi.

Orgoglio e Pregiudizio in salsa socialista? Può essere.

Quello che la narrazione difetta in arguzia e ironia è bilanciato dall'interesse sociale, dall'abilità nel dipingere con parole semplici e leggere il panorama industriale: le fabbriche si fanno chiocce, le case degli operai pulcini da proteggere, le nubi nere non portano pioggia ma fumo stagnante: è la prima impressione di una giovane del Sud che di fronte al Nord industriale ha utilizza il linguaggio e le immagini rurali.
Veduta di Manchester nel XIX secolo

E' un libro da leggere, la Gaskell è un'autrice da leggere e mille e più ringraziamenti vanno alla Casa Editrice Jo March di Perugia per la lodevole opera di recupero di opere come questa e altri piccoli tesori della letteratura anglo-americana in una veste editoriale curata da degna introduzione e da una traduzione impeccabile.

Oh! Quanto è importante l'edizione! 
L'opera è corredata da tante discrete note a pie' di pagina che consentono al lettore di comprendere le tantissime citazioni che animano (e a volte appesantiscono, sob) la lettura. Tantissime sono infatti le citazioni bibliche e letterarie e non mancano anche riferimenti a leggi inglesi del periodo vittoriano. Le note aiutano il lettore ad accogliere  le citazioni e renderle parte integrante del libro anche se, devo dirlo, a volte risultano eccessive.

Oh! Quanto è importante la traduzione!
Laura Pecoraro ha fatto un ottimo lavoro rispettando il testo il più possibile e rendendo i dialoghi della classe operaia con un italiano leggermente scorretto che da un lato facilita l'immersione nella storia e dall'altro non provoca troppo fastidio nel lettore. 

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