domenica 18 marzo 2018

Odifreddi. Il mio Plutarco, la mia luna - Conferenza parte prima



Quando: 15 marzo 2018, il giorno dopo il Pi Greco Day, il giorno dopo la morte di Stephen Hawking. I due fatti non potevano certo passare inosservati.

Dove: Teatro Nuovo Melograno di Senigallia, una ex carrozzeria trasformata in teatro nel 2014, un piccolo gioiellino di passione da cento posti, curato nei minimi particolari: un foyer ampio e luminoso, raddoppiato da un imponente specchio che conferisce sensazione di spazio, decorato con stucchi classici e divani moderni, una sala allegra dalle poltrone colorate e una buona macchinetta del caffè che per una coffee addicted come me non guasta.

Odifreddi si introduce da solo dicendo che dopotutto Hawking era "uno scienziato non così straordinario" dando così allo spettatore che non conosce il matematico la possibiltà di scandalizzarsi ed eventualmente darsela a gambe levate. Non ha peli sulla lingua lui, probabilmente non ha neanche un battere che possa filtrare il suo pensiero quando inizia a fluire e nel dopo spettacolo ne darà piena prova.

Galileo Galilei – Sidereus Nuncius (1610) Luna
Pronti! Allacciamo le cinture e si parte per un viaggio sulle lune in cui ci faranno compagnia Plutarco e Calvino e poi Dante, Ariosto, Galileo, Leopardi, Wells e Verne. Per Dante la luna è mistica, la natura delle macchie lunari è di ordine metafisico e non può essere dimostrata in modo scientifico (Paradiso, Canto II), per Ariosto è il ricettacolo delle cose perdute tra cui il senno di Orlando (Orlando Furioso, XXXIV) "Le lacrime e i sospiri degli amanti, l'inutil tempo che si perde a giuoco, e l'ozio lungo d'uomini ignoranti, vani disegni che non han mai loco, i vani desideri sono tanti, che la più parte ingombran di quel loco: ciò che in somma qua giù perdesti mai, là su salendo ritrovar potrai.", Galileo ne parla nel suo Sidereus Nuncius con stupore e meraviglia raggiungendo vette altissime di prosa paragonabile ai maggiori autori di letteratura perché, come ha sottolineato Odifreddi, Galileo è uno di quelli che la scienza l'ha inventata perciò quando ha incominciato non potendo far scienza faceva letteratura (pdf integrale del Sidereus Nuncius in italiano disponibile qui), Leopardi ci fa conversazione nel Canto a lei dedicato e in altri poemi e frammenti e Verne infine inaugura il romanzo scientifico.

LEONARDO DA VINCI
Studi sulla dimensione della Terra e della Luna
in rapporto al sola
Codice Hammer (ex-Leicester),
Collezione B. Gates, Seattle
(Washington) USA, c.1r
Il matematico conduce la sua navicella dalla terra alla luna, espone come la luna fosse vista dalla terra, sia dal punto di vista scientifico che da quello mitologico/letterario attraverso il mito del ratto di Proserpina, e poi sulla luna ci porta grazie a Keplero scivolando sui coni d'ombra delle eclissi affrontando il tema del viaggio lunare dal punto di vista scientifico con attenzione al problema dei tempi di percorrenza del tragitto terra-luna e di come sopravvivere all'accelerazione senza ritrovarsi mucchio di ossa e carne alla rinfusa.

Quindi sulla luna ci fa girare e osservare la terra da lassù e tutti che fanno Oooooohhhhhh!

E poi ancorapiù in là fino a Saturno seguendo la sonda Cassini Huygens, infilandoci tra gli anelli e ridendo di Giapeto la luna "spazzino" tutta pulita da un lato e sporca dall'altro e oltre, fuori dal sistema solare, quel puntino segna il "voi siete qui" della galassia e di nuovo tutti Ooooooooohhhhhh!

E mentre guardiamo oltre l'oblò di questa navicella spaziale immaginaria il nostro Cicerone ci parla di Parmenide, Eraclito, Lucrezio, Calvino, Touring, Shakespeare, Aristotele e la Scolastica lanciando strali interplanetari ad Aldo Busi, Baricco e Spilberg e a quegli Inglesi che per aver condannato un genio come Touring per la sua omosessualità si sono ben meritati la Brexit.
Il matematico ha l'allure del gatto: con la sua cadenza musicalmente piemontese, le vocali tendenzialmente strette e il suo sorriso sornione e ironico si struscia, blandisce i classicisti presentandoci Galileo come "Uno di noi", un critico letterario inserito nella diatriba tra i sostenitori dell'Ariosto e quelli del Tasso ma sotto sotto ci tratta da necrofili, attaccati a cose vecchie e morte, nell'atto di dissezionare i cadaveri della letteratura in obitorio e lancia frecciatine quando asserisce che "Anche quelli che leggono Dante sanno che l'area di un cerchio si calcola moltiplicando il π per il raggio al quadrato". E noi necrofili lo stiamo ad ascoltare proprio perché siamo umanisti che vanno ad ascoltare un matematico e quindi indiscutibilmente masochisti. Però lo stiamo ad ascoltare perché ci sa fare, perché per parlare di Galileo cita Calvino che lo descrisse come "il più grande scrittore italiano" e per parlare di Keplero cita Borges che lo definì "il primo scrittore di fantascienza"

Non era la prima volta che andavo ad ascoltare Odifreddi, la prima volta fu nel 2009, una conferenza dal titolo “L’allegoria della matematica di Raffaello” alla Corte Malatestiana di Fano. In realtà parlò poco di Raffaello e poco di matematica e molto del suo ateismo con frecciatine al vetriolo contro la religione che fecero storcere il naso a più di una persona come ci ricorda l'autrice del blog Rimarchevole Margherita Durassi. Nove anni sono trascorsi e come un buon vino è invecchiato dolcemente perdendo alcune delle note più aspre, mi ha dato l'impressione di essere meno incattivito e più sereno smentendo felicemente il vecchio assioma che vuole che gli uomini, e le donne, invecchiando possano solo peggiorare. L'ho trovato pacato, equilibrato, ironico ma non più sprezzante, perduto lo slancio forcaiolo dei suoi scritti sulla religione di dieci anni fa, la senilità è stata generosa con lui e con la sua mente regalandogli forse serenità.

E' stato piacevole, tornerei anche domani ad ascoltarlo anche su altri temi perché quello che dice non è mai banale e il suo approccio al mondo umanistico rivitalizza la materia classica stessa dandole nuova forza, illuminandola da una prospettiva differente.

Curiosi? La conferenza intera, senza ovviamente la parte finale di domande e risposte si può guardare sulla pagina del Festival della Comunicazione di Camogli qui sotto embeddato.
... e la parte seconda?
Con calma...

1 commento:

  1. Andare a una conferenza basata interamente su di un'opera letteraria in cui l'autore di fatto espone per due ore quell'opera lettteraria può valere come lettura?
    E' un po' come vedere a teatro un'opera teatrale no?
    Vabbé, io la recensione la lascio anche perché dopo i 20€ di biglietto non ho mezzi in questo momento per spenderne altri 18 per il libro.

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