sabato 12 novembre 2016

Psicologia delle folle - Accattatevillo!



Per soli 7,50€ su Ibs si ha la possibilità di portarsi a casa un must read per comprendere i meccanismi usati dagli arringatori di popolo per trascinare le folle, accattivarsi il loro voto e la loro fedeltà. Il testo è del 1895 ma è valido, validissimo anche oggi e se spiega i totalitarismi del Novecento è in grado di spiegare anche quei fenomeni di anti-politica che sembrano travolgere la realtà politica mondiale: Berlusconi, Renzi, Salvini, Le Pen, Grillo, Brexit... e oggi Trump.
Si sa per certo che il libro fu letto da Lenin, Stalin, Hitler e Mussolini, non si sa se invece i sopracitati lo posseggano nelle loro biblioteche ma la Psicologia delle folle di Le Bon ha talmente influenzato l'ars retorica del passato che si può pensare che anche se i politici odierni non hanno letto il libro, la teoria che ne sta dietro faccia ormai parte inconsciamente del bagaglio del politico moderno, divorata, masticata, digerita dalle scuole di politica del passato e infine arrivata a permearle.

citando
"L'insieme dei caratteri comuni imposti dall'ambiente e l'ereditarietà in tutti gli individui di un popolo costituisce l'anima di questo popolo. Ma quando un certo numero di uomini si trova per caso riunito, la osservazione dimostra che, dal solo fatto di questa vicinanza, possono nascere caratteri psicologici nuovi i quali si sovrappongono a quelli della razza, e talvolta differendone profondamente. Il loro insieme costituisce un'anima collettiva potente, ma momentanea."

La folla è dominata dall'inconscio, modelli,  pensieri, emozioni, istinti di cui il soggetto non è consapevole, è la scomparsa della personalità, della vita cerebrale e predomina l'attività nervosa, l'intelligenza si abbassa ed emergono i sentimenti, sentimenti che possono essere migliori o peggiori a seconda del fine dell'oratore, la folla può essere eroica o criminale.

Citando ancora:
"La leggerezza di certi discorsi fatti da questi dittatori che hanno esercitato un'influenza enorme sulle folle, talvolta stupisce alla lettura; ma si dimentica che essi furono fatti per trascinare le folle, e non per essere letti da filosofi. L'oratore si mette in intima comunione con la folla e sa evocare le immagini che la seducono. Le affermazioni sono fatte in modo così autoritario, che vengono accettate a causa del tono che le accompagna. E normalmente queste suggestioni non sono accompagnate da argomenti o prove logiche, esse sono cacciate dentro quali verità lampanti, e sono cristallizzate in epigrammi ed assiomi, che vengono accettati per veri, in conseguenza della apparente arguzia, senza che nessuno pensi ad analizzarli. I sofismi politici e le spiegazioni usuali, appartengono a questa classe."
...
"La moltitudine ascolta sempre l'uomo dotato di volontà forte. Gli individui riuniti in folla, perdendo ogni volontà, si volgono istintivamente verso chi ne possiede una."

Discorsi fatti per trascinare le folle, non per essere letti da filosofi, non per essere sottoposti al vaglio del fact checking, non per essere analizzati nelle loro strutture retoriche. Mi è capitato di recente di analizzare alcuni discorsi di un noto politico italiano scoprendo facilmente che tutto il nocciolo della sua ars orandi risiede nella triplice ripetizione del concetto in tre modi differenti: una volta per dritto, una volta a rovescio e una volta in chiave ironica; anche l'uso degli aggettivi segue lo schema della triplice ripetizione, sempre tre, più o meno sinonimi. 
"Napoleone diceva che esiste una sola figura seria di retorica, la ripetizione. La cosa affermata riesce a stabilirsi negli spiriti a tal punto da essere accettata come una verità dimostrata."
Le affermazioni vengono prese come dogmi non per la loro verità intrinseca ma per il tono con cui vengono esposte e per il numero di volte in cui vengono ripetute ed è difficile confutarle perché a usare la ragione si passa per stupidi. Basti pensare alle bufale che circolano ovunque, dai social ai parlamenti: scie chimiche, vaccini, olio di palma... persino sirene... teorie strampalate che sono entrate nei parlamenti! Senza che prima fossero analizzate su basi scientifiche, storiche o economiche ma solo perché ripetute incessantemente da una massa di persone senza alcun titolo che ripetono a loro volta slogan trovati su siti tipo tuttofuffa.net perché qualcuno dotato di retorica appena sufficiente ha saputo toccare le corde intime della folla facendo emergere le paure inconsce. 
Corde intime, paure inconsce.  Le Bon non dice assolutamente che i singoli uomini che compongono la folla siano degli imbecilli o degli ignoranti, tutt'altro. Spiega invece come e perché anche individui dotati di intelligenza e cultura subiscano una trasformazione quando si trovano inseriti in una "folla" (politica, religiosa, ideologica che sia). Inoltre non significa che gli uomini che costituiscono la folla siano individualmente privi di volontà ma che si spoglino della loro volontà nel momento in cui si ritrovano riuniti in folla e che le suggestioni scaturite dai discorsi dell'arringatore permangano anche quando gli individui ritornano alla loro vita, come se si fosse messo un cuscino isolante sulla loro capacità di analisi.

Fino circa un'anno fa ero stupidamente convinta che questa fosse una piaga tutta italiana conseguente allo smantellamento della prima Repubblica (che per quanto avesse i suoi difetti aveva anche ottimi pregi e ottimi politici), conseguente all'ascesa al potere di Berlusconi e al suo carrozzone di fenomeni da circo che hanno riempito gli scranni della politica italiana; caduti questi per corruzioni e piccole ripicche ci siamo ritrovati di fronte l'emergere dell'anti-politica ovvero la negazione dell'esercizio del potere decisionale, la fine dell'ars orandi mirata al coinvolgimento dell'elettorato e l'inizio di quella il cui unico fine è la soggezione emotiva. 

Negli anni successivi alla fine della prima Repubblica la politica ha progressivamente e inesorabilmente abdicato alla sua funzione di pater familias diventando sempre più compagno di sbronze. Il pater familias è quella figura che quando il figlio dice di aver fame e di volere pane e Nutella gli cucina un piatto di pasta, magari con i broccoli perché sfamano e fanno bene, sa cosa è bene per il bambino e parlando con lui riesce a convincerlo del fatto che si debba mangiare pasta e broccoli per crescere sani e forti... poi magari dopo la pasta si può concludere il pasto con una fettina di pane e Nutella. Ecco, il politico moderno è come il padre che non volendo sentir frignare il figlio gli serve subito pane e Nutella, dice al figlio quello che vuole sentirsi dire e soddisfa i suoi capricci perché non ha tempo o voglia di spiegare. Pensi che gli immigrati siano il male del Paese? Bene, ributtiamoli tutti in mare e costruiamoci un muro intorno. Pensi che la causa dei tuoi problemi siano l'Euro e il signoraggio? Bene, usciamo dall'Euro. Pensi che i tuoi problemi di lavoro derivino dall'olio tunisino? Bene, boicottiamo. Soluzioni facili che vengono facilmente propinate e recepite. Vogliono Nutella? Nutella sia!

Ha funzionato in Francia nel Settecento quando girava la voce che Maria Antonietta avesse pronunciato la famosa frase "dategli brioches" riferendosi al popolo affamato durante una rivolta dovuta alla mancanza di pane (voce che peraltro già circolava prima dell'arrivo di Maria Antonietta in Francia attribuita da Rousseau nelle sue Confessioni a una "grande principessa").
Ha funzionato durante la peste nera del Trecento quando gli Ebrei vennero incolpati di aver portato la peste.
Ha funzionato in Germania negli anni Trenta quando i tedeschi furono portati a credere che i loro problemi economici fossero causati dagli Ebrei. (in effetti le comunità ebraiche vincono l'Oscar come miglior perseguitato della Storia).

Ha funzionato nel Regno Unito per la Brexit.

Pensavo dunque che fosse un fenomeno tutto italiano... sbagliavo.
L'emergere di fenomeni politici come la Le Pen, Podemos e Tzipras mi ha fatto pensare che si potesse trattare di un fenomeno più esteso, radicato magari nella comune radice Mediterranea, un po' terrona diciamolo, poco formica e molto cicala. Ho iniziato a invidiare gli abitanti dei paesi più a Nord come Germania e Inghilterra per la loro rettitudine, la sobrietà, la capacità di mangiare pasta e broccoli senza lamentarsi più di tanto.
La vittoria del fronte della Brexit nel Regno Unito mi ha sconvolta. Mi ha sconvolta non tanto per quello che è ma per quello che significa: non c'è più scampo. La retorica della pancia sta permeando le democrazie più illuminate. 

Citando ancora - questo è davvero illuminante e non solo per quanto attiene al dibattito politico ma anche e soprattutto per il dibattito su temi scientifici, economici, sociali.

"I trascinatori di folle, il più delle volte, non sono intellettuali, ma uomini d'azione. Sono poco chiaroveggenti, e non potrebbero esserlo, poiché la chiaroveggenza porta generalmente al dubbio e all'inazione. Appartengono specialmente a quei nevrotici, a quegli eccitati, a quei semi-alienati che rasentano la pazzia. Per quanto assurda sia l'idea che difendono o lo scopo che vogliono raggiungere, tutti i ragionamenti si smussano contro la loro convinzione. Il disprezzo e le persecuzioni non fanno che eccitarli maggiormente. Tutto è sacrificato, interesse personale e famiglia. Perfino l'istinto di conservazione viene distrutto in essi, a tal punto che, spesso, la sola ricompensa che essi ambiscono è il martirio. L'intensità della fede dà alle loro parole un grande potere suggestivo. "

Eccola spiegata in parole semplici, nel 1895 la teoria del gomblotto!!!!1
Ecco spiegato perché sia inutile mettersi a discutere con un sostenitore dei complotti (vaccini, olio di palma, signoraggio...): sarebbe come cercare di condurre Savonarola a una conciliazione con Rodrigo Borgia, non funzionerà mai e più si cercherà di dimostrare la validità delle tesi universalmente riconosciute e la fallacia di quelle dell'interlocutore più questi si chiuderà a riccio sentendosi perseguitato, martirizzato perché unico depositario di una verità che vogliono tener nascosta.

E qui si ritorna alla pancia, alla soddisfazione dei desideri della folla sia da parte degli uomini di stato sia dalla stampa che per vendere copie deve in soldoni scrivere ciò che la folla vuole leggere:
"Un tempo, e questo non è troppo lontano, l'azione dei governi, l'influenza di qualche scrittore e di un piccolo numero di giornali costituivano i veri regolatori dell'opinione. Oggi gli scrittori hanno perduto ogni influenza e i giornali non fanno più che rispecchiare l'opinione. In quanto agli uomini di Stato, lungi dal dirigerla, non cercano che di seguirla. Il loro timore dell'opinione giunge a volte fino al terrore e impedisce ogni fermezza alla loro condotta".

Stupefacente, stupefacente, stupefacente! Come ho fatto a rimuovere tutto questo?
Forse perché questo libro lo lessi tanti anni fa, quando ancora nemmeno votavo e la politica era un'idea, non una incombenza.
Ho sempre pensato che questo fosse un libro per dittatori, utile per spiegare i totalitarismi del XX secolo, le idee di base mi sono sempre circolate nella testa in questi ultimi venti anni ma come rumore di fondo, qualcosa che stava là come conoscenza a disposizione per spiegare la Storia.
Rileggerlo ora a distanza di tanti anni e trovarlo così facilmente applicabile alla realtà è sconvolgente.
Nihil novum sub solem, possiamo mandare l'uomo sulla luna, curare le infezioni, comunicare a distanza di migliaia di chilometri grazie a internet ma la mente umana è sempre quella e risponde sempre agli stessi stimoli da migliaia di anni, la parte primitiva e rettile del nostro cervello se ne frega di quello che siamo, di quello che abbiamo studiato o vissuto: risponderà sempre al suo istinto primordiale come prima cosa, la sopravvivenza e se sente questa minacciata la prima reazione sarà di chiudersi a riccio, alzare muri, trovare forza dal gruppo e gridare la complotto o alla persecuzione.
Conoscere questi meccanismi, conoscere le strutture della retorica può preservarci dal cadere nelle trappole degli oratori, scindere il messaggio dal messaggero e dall'intensità con cui questo viene espresso, ragionare sul messaggio, a maggior ragione se questo ci convince, cercare di capire se ci convince perché è coerente e motivato o perché è espresso in modo accattivante, l'uno comunque non esclude l'altro. Perché proprio nel momento in cui un messaggio ci pare tanto importante è maggiormente probabile che sia falso, distorto o che ci sveli solo una parte della realtà.

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