domenica 28 gennaio 2018

Lady Susan. Lettera aperta a Miss Austen


Gentile Miss Austen,

lei sa che la apprezzo e la ammiro. L’ho sempre stimata penna arguta, ironica, irriverente. Il suo sarcasmo nel dipingere le piccolezze della buona società inglese di campagna l’ho sempre ritenuto gradevolmente pungente e leggero. Tuttavia, nella lettura del suo Lady Susan, mi sono dovuta ricredere: continuare è stato davvero, davvero difficile, la tentazione di interrompere la lettura forte e ha rischiato di prendere il sopravvento. In realtà proprio il motivo per cui avrei voluto chiudere il libro è quello che mi ha costretta a continuare.

Le parole di Lady Susan su come dovrebbe e come non dovrebbe essere l’educazione di una giovane donna fanno letteralmente rabbrividire. 

Gentile Miss Austen, sono perfettamente cosciente che il suo intento era proprio di provocare una reazione di inorridimento nella lettrice e devo confessarle che l’effetto è ancora più marcato a due secoli di distanza dalla stesura dell’opera.

Mi trovo dunque, gentile Signorina Austen, a doverle fare i miei più sinceri complimenti per come è riuscita a “costruire” un personaggio totalmente odioso senza tuttavia risultare grottesco o caricaturale, è stata per me una vera delizia potermi intrattenere con questo suo scritto e spero vivamente che vorrete continuare a coltivare questa vostra passione.

Vostra ammiratrice, 

fedele lettrice.


Questo è quanto scriverei a Miss Austen se potesse leggere la mia lettera.
Tornando a quanto dicevo sulle linee guida per l’educazione femminile emblematico è un passaggio dalla settima lettera:

Lettera VII – Lady Susan a Mrs Johnson
“Vorrei che suonasse il piano, che cantasse mostrando un po’ di gusto e sicurezza, poiché ha le braccia e le mani di sua madre e possiede una voce passabile. Da parte mia sono stata così guastata durante la mia infanzia che non mi hanno mai obbligata ad applicarmi a qualche studio, qualunque fosse e ne consegue che non ho quei talenti di società che sono considerati necessari oggi per formare una graziosa donna. Non che voglia farmi difensore della moda che prevede di acquistare conoscenza di tutto ciò che sono le lingue, belle arti e scienze. È tempo perso. Possedere il francese, l’italiano, il tedesco, la musica, il canto, il disegno, ecc. varrà qualche applauso a una donna ma non aggiungerà un solo pretendente alla sua lista. La grazia e le maniere, dopotutto, sono ciò che conta maggiormente.”

A farle da contrappunto ci pensa fortunatamente la figlia di Lady Susan, Frederica.

Lettera XXI – Miss Vernon (Frederica) al Sig. de Courcy
“Preferirei guadagnarmi il pane lavorando piuttosto che sposarlo (James Martin, il pretendente alla mano di Frederica preferito dalla madre Lady Susan)”

Insomma sin dall’inizio della sua carriera di scrittrice Jane Austen affronta i temi che la renderanno celebre per secoli: madri che vogliono trovare un marito per le figlie, figlie che desiderano decidere in autonomia. E’ curioso pensare che l’autrice che sulle pagine si batteva per matrimoni d’amore e lavori dignitosi per la donna , giunta a un passo dal primo nella vita reale, dovette ripiegare solo sul secondo e con un velo di tristezza dico che non poté ottenere entrambi.

Sin dalla prima volta che Frederica viene menzionata nasce la curiosità di capire che tipo di donna sia veramente: è la svogliata ragazzotta ignorante, caso disperato come la dipinge sua madre o la fanciulla delicata e disperata che vede la signora Vernon?

La forma epistolare di questo scritto non permette all’autore di approfondire, è perciò il lettore a dover dedurre la verità anche grazie alla conoscenza degli altri scritti dell’autrice. Contrariamente infatti alle opere successive della Austen qui non c’è narratore onnisciente che filtra l’accaduto dal suo punto di vista: la realtà ci viene presentata da più punti di vista, ora lady Susan, ora sua figlia, ora la cognata di Lady Susan. Il lettore potrebbe pensare che la verità stia nel mezzo ma alla fine del racconto sarà inevitabile parteggiare per un personaggio e biasimare l’altro. 

Non vorrei esagerare ma questo semplice racconto epistolare, poco conosciuto e non molto amato dalla Austen potrebbe rivelarsi alla lettura la più piacevole tra le sue opere proprio per questo caleidoscopio di punti di vista. E’ un’opera arguta che difficilmente ci si aspetterebbe da una diciannovenne: il ritratto della trentacinquenne Lady Susan denota ottimo spirito di osservazione e replica.

La Austen dimostra però la sua immaturità di scrittrice nel momento in cui non riesce a dare una conclusione all’opera. Tutto l’acume del racconto si dissolve nel frettoloso finale che ricorda vagamente Le Relazioni Pericolose di Choderlos de Laclos: l’autrice sa di dover biasimare la sua protagonista, di doverla punire nel finale ma non ci riesce: Lady Susan sfugge alla punizione e la figlia Frederica, lontana dalla madre, sembra ottenere pace e felicità. Nel racconto tuttavia una vittima c’è, una giovane donna che conosciamo solo di nome e che vede andare in fumo le prospettive di un matrimonio vantaggioso a causa della civetteria di Lady Susan, di dieci anni più anziana. E’ questo l’aspetto più curioso dell’opera: la sconfitta è una povera giovane in età da marito che probabilmente avrà la reputazione compromessa per sempre per essersi compromessa solo a parole con un gentiluomo che credeva l’avrebbe sposata e la vera intrigante, Lady Susan, non viene biasimata nemmeno troppo anzi, sembra quasi godere di ammirazione da parte della giovane scrittrice per come riesce, nonostante le avversità della vita, a ottenere ciò cui anela.

Se quindi da un lato il finale è frettoloso, affidato a un’asettica “conclusione” e delude le aspettative del lettore ormai immerso in questa corrispondenza, dall’altro non è eccessivamente moralista nonostante le caratteristiche dei personaggi avrebbero potuto far scattare un facile biasimo e punizione con malattia deturpante come accade alla Marchesa de Merteuil colpita da vaiolo. In verità ho avuto l’impressione che la Austen ci abbia pensato quando ho letto della febbre che sul finale coglie LS ma per qualche motivo, forse un’inconfessabile simpatia per il suo personaggio, la febbre non lascia conseguenze sulla nostra LS.

Nessun commento:

Posta un commento