martedì 7 maggio 2019

Opere antiche, pregevoli e curiose presso la biblioteca Federiciana di Fano

Martedì 23 aprile, senza nemmeno ricordare che fosse la giornata mondiale del Libro, mi sono ritagliata un'oretta di tempo per visitare la mostra temporanea allestita presso la Biblioteca Federiciana di Fano dal titolo "Dal Manoscritto all'e-book" dal curatore Michele Tagliabracci.
La mostra si inserisce in un percorso che ha coinvolto le scuole della città per mostrare agli studenti l'evoluzione della scrittura dalle testimonianze più antiche come le tavolette cerate romane alle più moderne come l'e-book.

Conclusosi il percorso di laboratori con le scuole è rimasta aperta per qualche tempo la mostra dei testi antichi del fondo Federici nella Sala dei Globi della biblioteca cittadina.

Documento amministrativo
dell'Asia centrale del XVII secolo
L'esposizione si apre con un rotolo di carta riportante un documento amministrativo dell'Asia centrale del XVII secolo (Coll. Sex. Mss. Cassettiera E). Si tratta di un rotolo abbastanza recente che ci ricorda però che questa fu la prima forma per il libro: il rotolo di papiro fu introdotto nell'uso dagli Egizî e adottato in seguito dai Greci e dai Romani. I rotoli erano composti di più strisce di papiro incollate insieme: a formare un unico foglio più o meno lungo, avvolto intorno a un cilindro di legno, erano scritti in colonna da una sola parte, quella cioè interna, e portavano all'estremità inferiore una piccola striscia di papiro col titolo dell'opera perché lo si potesse conoscere a rotolo avvolto e chiuso.

Accanto a questo rotolo un atto notarile del XIV secolo in pergamena (pelle animale variamente conciata, detta anche cartapecora) probabilmente riutilizzata come coperta di un libro per proteggere il testo. Interessante la presenza, accanto a questa pergamena esposta di una noce di galla, un'escrescenza della quercia provocata dalla puntura di un insetto che vi deponeva le uova il cui interno, ricco di tannini e acido gallico, mescolato con adeguati ingredienti, veniva utilizzato come inchiostro dal colore bruno.
atto notarile del XIV secolo in pergamena
Cattura lo sguardo un Salterio Romano del secolo XV preziosamente miniato con abbondanza di oro e blu (Coll. Ms. Federici, 39) la cui legatura possiede ancora le bindelle (chiusure) funzionanti e decorazioni a secco e i oro.
Salterio Romano del secolo XV


Ancora più affascinante un libro di Cabala di Crisostomo da Capranica, De ineffabili Dei nomine Tetragrammaton (1623?) in possesso del Federici perché questo abate fanese possedeva la "patente di lettura" ovvero l'autorizzazione papale a possedere e leggere opere messe all'indice. Il manoscritto, preziosamente miniato, è chiuso con bindelle di tessuto rosse e gialle ricostruite grazie a frammenti trovati nella legatura decorata a secco e in oro. 
Cabala di Crisostomo da Capranica

Splendidamente conservata nel fondo Federici è un incunabolo delle Cronache di Norimberga (Liber Chronicarum Norimberga: Anton Koberger del 1493, Coll. Cassaforte B).
Cronache di Norimberga
La Cronaca di Norimberga è un'opera compilatoria di Hartmann Schedel, scritta in lingua latina proprio nel 1493, dunque la Bibioteca di Fano possiede, grazie ai saggi acquisti del suo fondatore Federici, una delle prime versioni a stampa a caratteri mobili di questa opera. Si tratta di una storia illustrata del mondo secondo la narrazione biblica; il libro contiene inoltre la storia di molte delle grandi città dell'Occidente.
Incunabolo viene definito il libro stampato a caratteri mobili dalla metà del XV secolo fino al 1500 compreso e riproduceva fedelmente l'opera manoscritta ovvero non presenta frontespizio ma presenta come prima pagina direttamente il testo. In altri casi il testo è preceduto da una formula che contiene il nome dell'autore dell'opera e un titolo nell'incipit o nell'explicit. 
I primi libri realizzati con i caratteri mobili tendevano a imitare l'aspetto esteriore dei libri manoscritti. Gli stessi caratteri adottati imitano quelli dei manoscritti; la numerazione delle pagine è spesso assente e l'ordine delle pagine è assicurato da richiami alla fine di ogni pagina, posti a destra in basso.


I primi incunaboli erano spesso indistinguibili dai manoscritti e ne riproducevano non solo la forma e l'organizzazione di pagina ma anche i caratteri della scrittura egli amanuensi.
In questo modo, poiché oltretutto il prezzo degli incunaboli non era molto inferiore a quello dei manoscritti, il pubblico continuò a preferire i libri manoscritti.
In seguito gli stampatori definirono dei canoni specifici per i libri a stampa ovvero il frontespizio con il titolo e l'autore dell'opera e un tipo di scrittura dedicato: la minuscola corsiva.

Cronache di Norimberga, rappresentazione acquarellata della Germania del Nord
Il più famoso disegnatore di caratteri per la stampa fu Francesco Griffo o Griffi (1450 - 1519), considerato l'inventore del corsivo tipografico commissionato dallo stampatore veneziano Aldo Manuzio.
Griffi era figlio di un orefice, iniziò l'attività di incisore a Bologna, si trasferì poi a Venezia e dal 1494 lavorò per Aldo Manuzio, uno dei più importanti stampatori veneziani: per lui disegnò almeno sei serie di caratteri tondi, eleganti e armoniosi, qualche anno più tardi Griffi disegnò il primo corsivo, un vero stile tipografico: Griffi riuscì ad imitare un tipo di scrittura, la scrittura corsiva, usata dalla cancelleria papale e dagli umanisti dell'epoca. Tale calligrafia era contraddistinta da una lieve inclinazione verso destra.
La sua compattezza permise la riduzione del formato dei libri: Aldo Manuzio riuscì a stampare volumi "in ottavo", cioè in un formato molto ridotto rispetto ai grandi e maestosi volumi "in folio" (cioè un foglio piegato in due, ossia quattro pagine) o a quelli "in quarto" (cioè di otto pagine). Manuzio lo chiamò enchiridion, maneggevole, leggero e facilmente trasportabile.
Il primo tascabile della storia insomma.
Nello stesso 1501 Aldo Manuzio ottenne dal governo veneziano il monopolio dell'utilizzo del corsivo, e l'anno successivo anche la sua estensione all'uso di tutti i caratteri disegnati dal Griffi. Probabilmente Griffi non fu entusiasta di questa appropriazione e lasciò Venezia per recarsi proprio a Fano.
Negli anni successivi Griffi fu al servizio di Gershom Soncino (stampatore ebreo attivo a Fano tra il 1502 e il 1507), poi rientrò a Bologna, dove intraprese l'attività di stampatore in proprio, pubblicando nel 1516-17 sei edizioni di classici italiani tra i quali l'edizione del Canzoniere di Petrarca conservati presso la Biblioteca Federiciana. Per essi utilizzò un nuovo stile di corsivo, diverso da quelli utilizzati in precedenza che negli anni successivi divenne noto in tutta Europa come "italique", "italic", "italico" (tranne che in Spagna, dove fu chiamato "letra grifa").

Le stamperie di Fano possedevano le patenti e le maestranze necessarie per rivaleggiare con Venezia e, in caso di contrasti per monopoli o autorizzazioni, Venezia si trovò spesso a pubblicare opere che poi dichiarava essere state stampate a Fano.
Uno di questo libri è famoso in tutto il mondo musulmano ed è il Kitāb ṣalāt al‐sawā'ī o horologium breve, cioè "Il libro della preghiera delle piccole ore", è il primo libro in alfabeto arabo stampato in Europa con la tecnica dei caratteri mobili. Scritto in arabo classico si ipotizza che l'opera fu stampata a Venezia nel 1514 dal tipografo Gregorio de' Gregori, in arabo classico e la produzione dei caratteri si ipotizza che sia stata commissionata proprio a Francesco Griffi.
Il libro riporta come data e luogo di pubblicazione il 12 settembre 1514 a Fano ma  si ritiene che Gregorio dé Gregori, per aggirare il divieto, abbia indicato la città di Fano solo formalmente, pur stampando a Venezia.
La descrizione del Kitāb ṣalāt al‐sawā'ī la trovate a questo link e in Celeste Gianni e Michele Tagliabracci, Kitāb ṣalāt al‐sawā'ī: protagonisti, vicende ed ipotesi attorno al primo libro arabo stampato con caratteri mobili, in Culture del testo e del documento, vol. 13, nº 38, 2012.
Una testimonianza del corsivo del Griffi è presente nel Canzoniere del Petrarca posseduto dalla Biblioteca Federiciana nel cui colophon si trova scritto:
"un nobilissimo sculptore de littere latine graece et hebraice chiamato M. Francesco da Bologna, l'ingegno del quale certamente credo che in tale exercitio non trove un altro equale. Perché non solo le usitate stampe perfectamente sa fare, ma etiam ha excogitato una nova forma de littera dicta cursiva, o vero cancellaresca de la quale non Aldo romano, né altri che astutamente hanno tentato de le altrui penne adornarse, ma esso M. Francesco è stato primo inventore et designatore el quale e tucte le forme de littere che mai habbia stampato dicto Aldo ha intagliato, e la praesente forma con tanta gratia e venustate, quanta facilmente in essa se comprende. (...) in Fano Caesaris adi vii de iulio MDIII"
Canzoniere del Petrarca stampato nella città di Fano
In biblioteca è presente anche un curioso esemplare di libro-game del 1658: Responso a cento quesiti piacevoli: sono presenti delle tavole per i punti e i responsi. Non ho letto il regolamento ma mi piacerebbe farlo prima o poi, potrebbe essere un gioco interessante.


Molto interessante è anche lo Sphaera Mundi di Peter Apian, Anversa: Arnold Birckmann, 1533. Opera di Giovanni Sacrobosco, in assoluto il trattato di astronomia più diffuso nel Medioevo: era usato in tutte le università ed il manoscritto fu copiato molte volte prima dell'invenzione della stampa. 




È diviso in quattro capitoli: il primo tratta la struttura generale dell'universo; il secondo le sfere celesti; il terzo la rotazione giornaliera del cielo e le zone climatiche terrestri; il quarto i movimenti dei pianeti e le eclissi.
La sua descrizione della Terra come una sfera, e la sua popolarità, permettono di confutare al di là di ogni dubbio l'opinione secondo la quale gli studiosi medioevali avrebbero ritenuto che la Terra fosse piatta.Si può definire libro interattivo? non lo so, non saprei come descriverlo la tra le sue pagine si trovano assemblati strumenti di carta, avi del regolo calcolatore e dell'astrolabio... bellissimo.
Ho fatto qualche foto ma il modo migliore per apprezzarlo è vederlo con i propri occhi oppure dare un'occhiata al video YouTube qui sotto.

La mostra si va concludendo con una pergamena riutilizzata come copertura di un libro della quale si può vedere bene la fattura e come venisse rinforzata inserti di cuoio intrecciato.


Chiude l'esposizione una raccolta de La provincia di Pesaro e Urbino del 1901-1920

3 commenti:

  1. Spettacolare questo post !!! complimenti cara! Le immagini sono spettacolari e le tue parole esaustive e appassionate :)

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  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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