venerdì 6 settembre 2019

Comma 22 - Come la racconti la guerra?


Come la racconti la guerra?

Come la racconti la seconda guerra mondiale? 
Il desiderio di uccidere qualcuno che non conosci, la paura di essere ucciso da chi non ha motivi personali per farlo. Il susseguirsi degli eventi nel loro essere ripescati dalla memoria?

Per prima cosa attraverso al follia.
La follia di un regolamento, il Comma 22, che recita: solo chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo.
Un circolo vizioso perfetto in cui i soli esentati dalle missioni sono proprio quelli che vogliono che la guerra continui.

Ora, spiegare come sia Comma 22 non è semplice e soprattutto non vorrei banalizzarlo utilizzando espressioni tipo "capolavoro della letteratura postmoderna" o "un libro che ha segnato e definito il Dopoguerra" o altre frasi sicuramente correte ma riduttive: per spiegarvi perché è davvero un'opera d'arte (e anche perché è divertente) voglio scomporlo come di solito non faccio, prendendo in considerazione i personaggi, la struttura e il linguaggio.

I personaggi

Il protagonista, Yossarian, è un ufficiale dell'aeronautica militare americana, pilota bombardiere di stanza a Pianosa, nell'arcipelago toscano. 
Yo-Yo, così lo chiamano, proprio non riesce a comprendere perché persone sconosciute vogliano ammazzarlo e trascorre la maggior parte del suo tempo nell'ospedale da campo per un immaginario disturbo al fegato. A fare da contorno alle sue più che giustificate paranoie, un insieme variegato di personaggi, ognuno con le sue manie, ossessioni, distorsioni.
C'è il dottor Daneeka inc... nero perché in America stava iniziando a fare soldi con la sua professione quando gli hanno comandato di partire per l'Italia e spera ardentemente che la situazione nel Paese non si sblocchi almeno fino alla fine della guerra perché altrimenti lo manderanno nel Pacifico, c'è Milo Minderbinder che dalla guerra sta traendo profitto con il traffico di merci di tutti i tipi di cui beneficia la cooperativa "E tutti hanno una quota", il tenente Nately, di ottima famiglia, che si innamora di una puttana italiana che lo disprezza e spende tutto il suo denaro, c'è il tenente e poi colonnello e forse in futuro generale Scheisskopf (letteralmente "testa di merda") talmente ossessionato dalle parate da impegnare tutte le sue risorse per inventare il miglior modo per sfilare ricorrendo persino agli studi anatomici di Leonardo, c'è Orr, il pilota pazzo che continuamente viene abbattuto, continuamente finisce in mare e continuamente viene recuperato e c'è il vecchio romano, senza nome, che filosofeggia sulle guerre, sugli italiani e sugli americani.
Infine c'è questo soldato in bianco in corsia, ricoperto dalla testa ai piedi di gesso e garza, una bottiglia collegata a una cannula infilata nel gomito gli fornisce i liquidi necessari, un'altra bottiglia raccoglie quelli di "scarico" e quando la prima bottiglia è vuota e la seconda piena gli infermieri si premurano di invertire le due perché l'importante è mantenere la circolazione dei liquidi all'interno del corpo. Un po' la sintesi di questa guerra assurda: non importa chi faccia cosa e cosa si faccia: quel che conta è perpetrare il movimento. È anche un po' il soldato di Schrödinger: nessuno sa davvero se sia vivo o morto finché l'infermiere non legge la temperatura segnata sul termometro.

La Struttura

La struttura circolare dell'opera è, dal mio punto di vista, la caratteristica più interessante dell'opera e la più realista. C'è chi ha voluto definire Comma 22 uno dei primi romanzi post-moderni (è del 1961) e non a torto. Cito da Treccani:
"in contrasto con il carattere utopico, con la ricerca del nuovo e l’avanguardismo tipici dell’ideologia modernista, la condizione culturale p. si caratterizza soprattutto per una disincantata rilettura della storia, definitivamente sottratta a ogni finalismo, e per l’abbandono dei grandi progetti elaborati a partire dall’Illuminismo e fatti propri dalla modernità."
Più ancora che circolare direi che il libro presenta una struttura a chiocciola: la narrazione si dipana come la crescita del guscio di una lumaca: con fasce di accrescimento che diventano sempre più larghe verso l'esterno in una spirale che si arrotola sempre in senso antiorario. 
Non c'è una narrazione lineare: inizio, svolgimento e finale sembrano buttati a casaccio come il corpo di un soldato smembrato dalle bombe. Lo stesso evento principale del libro, citato spesso tra le pagine che suscita la curiosità del lettore e determina gran parte della presa di coscienza del protagonista, è descritto solo alla fine dell'opera ma l'autore ne dissemina i pezzi lungo tutta la narrazione coinvolgendo il lettore nei continui spostamenti temporali della mente di Yossarian.
Parlo di narrazione a chiocciola e non circolare perché la circolarità dà una sensazione di chiuso e suggerisce comunque un'idea di linearità ovvero una linearità che inizia in un punto e termina in un altro per poi ricominciare, un po' come la Recherche di Proust.
No, qui siamo di fronte a una narrazione diversa perché in ogni punto della narrazione si riescono a toccare in sezione tutti i punti della storia e ognuno di quesi punti è legato indissolubilmente agli altri.
Dalla proporzione aurea dell'uomo vitruviano di Leonardo studiato da Scheissekopf per le sue parate, alla sezione aurea utilizzata come struttura portante del romanzo. Davvero ben ben ben congeniato, ci ho messo un pochino per realizzare la cosa e l'illuminazione è arrivata nel momento ho visualizzato l'immagine della chiocciola nella mia mente crearsi dal nulla.

E poi c'è il grande, grandissimo colpo di scena finale, anche questo preannunciato lungo tutto il romanzo, che lascia letteralmente senza fiato il lettore, spiazzato tra incredulità, felicità e una grossa, grassa risata liberatoria come acme indiscusso dell'assurdo. 
Questa è la straordinaria maestria di Joseph Heller che non ci fa minimamente capire la rivelazione finale e ci lascia sbalorditi e speranzosi come il protagonista Yo-Yo. non dico nulla a riguardo ma la sensazione che lascia è molto simile a quella della "Versione di Barney" o de "I soliti sospetti"

Le Parole

Potevano bastare anche solo i personaggi raccontati per fare di questo libro un inno all'assurdo ma Heller fa di più: rende l'idea del paradosso con le parole e con l'andamento circolare della narrazione.
E per rompere la monotonia si mise a inventare dei giochi. «A morte tutte le espressioni qualificative» dichiarò un giorno, e dalle lettere che passavano per le sue mani scomparvero tutti gli avverbi e tutti gli aggettivi. Il giorno seguente dichiarò guerra agli articoli. Un più sublime livello di creatività fu raggiunto il giorno seguente, quando cancellò tutto a eccezione degli articoli. Ciò produceva, egli sentiva, un più dinamico equilibrio di tensioni fra linea e linea, e dava quasi sempre al messaggio un carattere di universalità. Dopo un certo tempo cominciò a bandire dalle lettere i saluti e le firme, lasciando il testo intatto. Un’altra volta cancellò tutto fuorché l’inizio: «Cara Maria», e in calce alla lettera scrisse: «Ti bramo tragicamente. R. O. Shipman, Cappellano, Esercito degli Stati Uniti». Il cappellano del gruppo si chiamava appunto R. O. Shipman.Quando ebbe esaurito tutte le possibilità offerte dal testo delle lettere, partì all’attacco dei nomi e degli indirizzi sulle buste, distruggendo intere case o strade, annientando, con un disinvolto colpetto di mano, intere metropoli, come un Dio. Il Comma 22 prescriveva che ogni lettera censurata portasse il nome dell’ufficiale incaricato. Gran parte delle lettere, Yossarian non le leggeva affatto. Su quelle che non leggeva scriveva il suo nome. Su quelle che invece leggeva, apponeva la firma: «Washington Irving». E quando anche questo divenne monotono, cominciò a scrivere: «Irving Washington».
Quel che a un lettore appare assurdo diventa una banalità per Yossarian che gli permette di rimanere sano: "assurdizzare" il banale, banalizzare l'assurdo, questa è la chiave di lettura del libro perché in guerra tutto deve apparire perfettamente normale anche se è  tutto incredibilmente straordinario.

Gli stessi dialoghi tra i personaggi echeggiano quelli tra Vladimir ed Estragon dell'"Aspettando Godot" di Beckett, si avvolgono a chiocciola nel tentativo di giustificare sé stessi e non c'è speranza di renderli esplicativi anzi, si assiste a un'involuzione del significato, alla trasformazione della parola da vettore di significato a mero suono. I dialoghi, le parole vengono aperti e svuotati come un uovo alla coque del quale, alla fine, non resta che il guscio vuoto, come l'insieme di garza e gesso che contengono il soldato in bianco, o forse non lo contengono e dell'uomo non hanno che a forma e ci fanno credere che chissà cosa contengano.
"Nominate, per esempio, un poeta che fa soldi.»«T. S. Eliot,» disse l’ex caporalmaggiore Wintergreen dal cubicolo dove selezionava la posta al Quartier Generale del Ventisettesimo Air Force e sbatté giù il telefono senza dichiarare la propria identità.Il colonnello Cargill, a Roma, rimase perplesso.«Chi era?» chiese il generale Peckem.«Non lo so,» il colonnello Cargill rispose.«Che cosa voleva?»«Non lo so.»«Insomma, cosa ha detto?»«T. S. Eliot,» il colonnello Cargill lo informò.«Che cosa?»«T. S. Eliot,» il colonnello Cargill ripeté.«Soltanto T. S...»«Signorsì. Questo è tutto quello che ha detto. Soltanto ‘T. S. Eliot’.»«Mi domando cosa voglia dire,» il generale Peckem rifletté. Il colonnello Cargill se lo chiese anche lui. «T. S. Eliot,» il generale Peckem meditò.«T. S. Eliot,» il colonnello Cargill gli fece eco con lo stesso tono di funerea perplessità.Il generale Peckem si risollevò dopo un momento con un sorriso mellifluo e benevolo.La sua espressione era astuta e sofisticata. Gli occhi gli brillavano di malizia. «Fammi chiamare da qualcuno il generale Dreedle,» ordinò al colonnello Cargill. «Senza fargli sapere chi lo chiama.»Il colonnello Cargill gli passò il telefono.«T. S. Eliot,» il generale Peckem disse, e attaccò il ricevitore.
Ed eccolo qua il Comma 22 che compare per la prima volta con tutta la sua lucida contraddizione, una trappola perfetta cui nulla può sfuggire:   
«Non puoi esonerare dal volo uno che è pazzo?»«Oh, certo. Devo farlo. C’è una regola che prescrive di esonerare dal volo tutti quelli che sono pazzi.»«E allora perché non esoneri me? Io sono pazzo. Prova un po’ a chiederlo a Clevinger.»«Clevinger? E dove è Clevinger? Trovami Clevinger e io glielo chiederò.»«E allora chiedi a uno qualsiasi degli altri. Te lo diranno loro che io sono pazzo.»«Loro sono pazzi.»«E allora perché non li esoneri?»«Perché non mi chiedono di esonerarli?»«Perché sono pazzi, ecco perché.»«Certo, che sono pazzi,» rispose il dottor Daneeka. «Te l’ho appena detto che sono pazzi, no? Ma, dimmi un po’, come si fa a lasciare decidere a quelli che sono pazzi se tu sei pazzo o no?»Yossarian lo guardò con calma e provò a fare un approccio da un altro angolo. «E’ pazzo Orr?»«Certo che lo è,» disse il dottor Daneeka.«Puoi esonerarlo?»«Certo che posso. Ma prima lui deve chiedermelo. Questo fa parte della regola.»«E allora perché non te lo chiede?»«Perché è pazzo,» disse il dottor Daneeka. «Deve essere pazzo, per il fatto stesso che continua a volare dopo aver sfiorato la morte così tante volte. Certo, posso esonerare Orr. Ma prima deve chiedermelo lui.»«Questo è tutto quello che deve fare per essere esonerato?»«Questo è tutto. Basta che me lo chieda.»«Allora, dopo che lui te l’ha chiesto, puoi esonerarlo?» Yossarian domandò.«No, dopo non posso esonerarlo.»«Vuoi dire che c’è un comma?»«Certo che c’è un comma,» rispose il dottor Daneeka. «Il Comma 22. ‘Tutti quelli che desiderano di essere esonerati dal volo attivo non sono veramente pazzi’.»
Anche il sarcasmo disilluso viene sfruttato per rappresentare l'assurdo:
Tutto quello che gli chiedevano di fare in un ospedale era di morire odi sentirsi meglio, e poiché lui stesso stava perfettamente bene, tanto per cominciare, non era affatto difficile sentirsi meglio.Stare all’ospedale era molto meglio che stare nel cielo di Bologna o volare su Avignone con Huple o Dobbs ai comandi e con Snowden agonizzante nella coda dell’aereo.Di solito non c’erano quasi mai così tanti ammalati dentro all’ospedale quanti ce n’erano fuori dall’ospedale, e Yossarian si era accorto che generalmente c’erano ancor meno persone dentro l’ospedale che fossero malate seriamente. Dentro l’ospedale c’era un indice di mortalità molto più basso che fuori dall’ospedale, e un indice di mortalità molto più igienico. Ben poche persone morivano senza che ce ne fosse bisogno. Si sapeva molto di più dentro l’ospedale su come si deve morire e di solito si riusciva a farlo in un modo pulito e ordinato. Dentro l’ospedale non si poteva certamente vincere la Morte, ma si poteva indurla a comportarsi bene. Le avevano insegnato le buone maniere.Non si poteva tenere la Morte fuori dall’ospedale, ma quando stava dentro l’avevano indotta a comportarsi come una signora per bene.La gente, dentro l’ospedale, rendeva l’anima a Dio con delicatezza e buon gusto. Non c’era segno di quella rozza, antipatica ostentazione nel morire che era invece così diffusa fuori. Non si esplodeva in mezzo all’aria come avevano fatto Kraft o il morto nella tenda di Yossarian. Non ci si irrigidiva nel freddo della morte in piena calura estiva come aveva fatto Snowden, irrigidendosi nel freddo della morte subito dopo aver confidato il suo segreto a Yossarian nella coda dell’aereo.
E infine la parabola del vecchio italiano nel bordello, l'uomo meno probabile per esprimere un pensiero ragionevole:
«Dai tanta importanza al vincere le guerre» il vecchio sporco e malvagio lo schernì. «Il vero trucco consiste nel perdere le guerre, nel conoscere quali guerre vadano perdute.

L’Italia ha continuato a perdere guerre per secoli, e guarda come ce la siamo splendidamente cavata malgrado tutto. La Francia vince le guerre ed è in perpetuo stato di crisi. La Germania perde e prospera. Da’ un’occhiata alla nostra storia recente.

L’Italia ha vinto una guerra in Etiopia e subito s’è trovata in un mare di guai. La vittoria ci ha ispirato tali stupide illusioni di grandezza che abbiamo aiutato a iniziare una guerra mondiale che non avevamo la minima probabilità di vincere. Ma ora abbiamo ripreso nuovamente a perdere, e ogni cosa comincia ad andar meglio, e certamente ne usciremo
ottimamente se riusciamo veramente a essere sconfitti.»
Nately lo guardò a bocca aperta, senza celare la propria confusione. «Ora non capisco proprio cosa sta dicendo. Parla come un folle.»
«Ma vivo come uno che folle non è. Quando Mussolini era al potere, io ero fascista e ora che è stato deposto sono antifascista. Ero fanaticamente in favore dei tedeschi quando i tedeschi erano qui a proteggerci dagli americani, e ora che gli americani sono qui a proteggerci dai tedeschi sono un fanatico partigiano degli americani. Posso assicurarti, mio giovane amico indignato» (gli occhi accorti e sprezzanti del vecchio brillarono con maggiore vivacità, mentre la balbettante confusione di Nately cresceva) «che tu e il tuo paese non troverete in Italia un partigiano più fedele di me... ma solo fin quando resterete in Italia.»
Insomma, più lo leggo, più ci penso e più questo romanzo non romanzo mi appassiona. Sono anche sicura che se trascorressi ancora qualche ora a pensarci vi troverei altri sublimi spunti da analizzare e non escludo di accennarvi in futuro. 


Curiosità:

  • Il primo capitolo fu scritto sul luogo di lavoro il giorno dopo aver iniziato a stendere la trama ma il secondo capitolo fu scritto solo un anno dopo.
  • Lo spunto per alcuni dei personaggi furono suoi conoscenti e il personaggio Milo è disegnato proprio sui ricordi di un suo amico d'infanzia
  • Al principio Yossarian doveva essere armeno ma poi Heller lo fece Assiro. Alcuni ipotizzarono che potesse essere ebreo ma Heller non lo specifica e, in realtà, la sua religione è del tutto ininfluente nella trama, come a dire che potrebbe essere di qualsiasi religione.
  • La Marvel tributò omaggio al libro in World War II chiamando una base militare Camp Cathcart dal nome del personaggio del colonnello Cathcart che nella serie TV prodotta da Sky è interpretato da Kyle Chandler (già conosciuto per essere stato il protagonista nella serie Uno sguardo dal cielo in cui un gatto gli portava il giornale del giorno dopo).
  • Anche Bonvi raccolse il significato del Comma 22 nel suo Sturmtruppen.
  • Per la sua valenza antimilitarista il testo divenne un'icona pacifista durante la guerra del Vietnam e molti manifestanti davanti alla Casa Bianca portavano sul petto una spilla con lo slogan "Yossarian lives"