sabato 13 ottobre 2018

Italo Calvino - Il cavaliere inesistente


Il cavaliere inesistente by Italo Calvino
My rating: 5 of 5 stars


Della trilogia degli Antenati di Calvino Il cavaliere inesistente è sicuramente il mio preferito.
Per il concetto di esistenza e non esistenza? Certo. Per la mancanza di compromessi? Può essere.
Un cavaliere che non è, un servo che non sa cosa essere, una donna che decide di essere ciò che vuole. La pura forza di volontà che si risolve in nulla, sfuma di fronte alla Storia, illusione. Il peso del lignaggio si sgretola tra dubbi di identità; io sono chi dico di essere, chi credo di essere o chi altri vogliono che sia? L'incertezza è totale.
Seguendo la più classica traccia della commedia il racconto si apre in una situazione di stasi per poi mettere tutto in discussione, dipanarsi in mille peripezie e trovare nuova stabilità, in mezzo il lettore ride, combatte, viaggia, si innamora. Al principio tutto è come deve essere per poi mutare, divenire, evolvere e tornare in equilibrio; come un funambolo che dinanzi al pubblico agita il suo ombrellino facendo credere al pubblico di poter cadere da un momento all'altro. Sul filo si agita apparentemente scomposto, rotea le braccia e il busto, il pubblico freme per lui presentendo lo schianto.
E invece non cade.

Così anche il racconto ritrova equilibrio e l'anomalia si dissolve.
La mia mappa. E' oscena vero? Beh, credo che Suor Teodora
non avrebbe saputo far di meglio


E poi c'è Carlo Magno, c'è battaglia, agnizione, c'è uno scriba e ci sono mappe... cioè ci sarebbero se fosse un'edizione illustrata e allora il lettore le mappe può disegnarsele da sé, io ci ho provato con risultati pessimi ma ciò che importa è divertirsi vero? E con Calvino ci si diverte di sicuro, Suor Teodora traghetta il lettore da una sponda all'altra del racconto con ingenua ironia ed è una delizia tutta da leggere, non si può descrivere; anche lei, ovviamente, non è chi è o meglio: talvolta lo è, tal altra no.

C'è una canzone di Baglioni che mi è tornata alla mente a ogni pagina di questo libro: Le vie dei colori: ha un testo che definirei calviniano almeno quanto è queneauiano, Ou.Li.Po. in musica insomma: pieno di allitterazioni, rimandi, leggerezza, pieno di terre e tempi lontani, cavalieri blu, rossi, bianchi (inesistenti?), costruito su una musica incalzante, immagini, allitterazioni e assonanze, concatenazioni di sillabe, giochi linguistici e ironia.

O bella mia
io vado via
e non ti porto con me
c'è un viaggio che
ognuno fa solo con sé
perché non è che si va vicino
perché un destino non ha...

Un mattone vuole esser casa
un mattino divenire chiesa
ed il matto che c'è in me
che si chiede che cos'è
vuole diventare qualche cosa...

E sarà una strada senza fine
sotto ad una spada o su una fune
a cercare il mio Far West
a trovare il Santo Graal
una corsa brada oltre il confine...

Una luce prenderò
per te là fuori
quando io camminerò
Le Vie Dei Colori...

Scalerò le rocce in mezzo al vento
sulle tracce di chi ha perso o vinto
vagherò la mia odissea
nella idea di te mia dea
tagliati le trecce e vai in convento...

Una voce prenderò
per te là fuori
quando io camminerò
Le Vie Dei Colori...

C'era un cavaliere
bianco e nero prigioniero
senza un sogno né un mistero
senza fede né eresia...
senza le ali di un destriero
senza le onde di un veliero...

Se la sorte rivolesse ciò che ho speso
io forte non sarei per il tuo peso
a volare in un rodeo
a valere nel torneo
della morte ed essere il tuo sposo...

Una pace prenderò
per te là fuori
quando io camminerò
Le Vie Dei Colori...

C'era un cavaliere
bianco e nero prigioniero
senza un posto né un sentiero
senza diavolo né Dio...
senza un cielo da sparviero
senza un grido di un guerriero...

Io ti lascio senza perderti
e ti perdo un po'
anche se poi
lasciarti è un po' perdermi...

O bella mia
o bella ciao
io sono via
con un pensiero di te immenso
e un nuovo senso di me...

C'era un cavaliere giallo
che rubò un cavallo alle scogliere
ed un cristallo alle miniere di un metrò
sulle ciminiere disegnò un castello di corallo
e al ballo tutto il quartiere andò...

C'era un cavaliere rosso
che salì sul dosso di bufere
sopra il fosso delle sere di città
dietro un cielo mosso di ringhiere dentro il mare grosso
di un braciere d'immensità...

C'era un cavaliere blu
che catturò la gioventù di primavere
che portò chimere in schiavitù
liberò le gru dalle lamiere di un cantiere
verso un campo di preghiere laggiù...

Dove arriverai anche tu
camminando Le Vie Dei Colori

... E adesso beccatevi il video. Sul cavaliere bianco e nero si è impappinato pure lui 😁😁😁




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